Germania battuta L’impresa degli azzurrini
L’Italia doma e supera la Germania con il gol di Bernardeschi In semifinale per gli azzurri di Di Biagio la sfida con la Spagna
CRACOVIA C’è (quasi) sempre un’Italia-Germania che ci fa diventare tutti tifosi e ci lascia tutti contenti: la semifinale del 4-3 all’Azteca (1970), la finale del Mondiale 1982 al Bernabeu, la semifinale del Mondiale 2006 quando Grosso e Del Piero ammutolirono lo stadio di Dortmund.
La vittoria dell’Italia Under 21 di ieri sera non può paragonarsi a queste pietre miliari del nostro calcio, ma ha comunque la sua importanza per tre validi motivi: 1) perché qualifica gli azzurrini alle semifinali (martedì sera a Cracovia, alle 21, contro la Spagna, mancheranno Berardi e Conti diffidati e ammoniti; l’altra semifinale sarà Inghilterra-Germania); 2) perché non boccia un gruppo di calciatori di talento che rischiavano di farsi la fama di sopravvalutati; 3) perché conferma che la scuola italiana, in quanto a tattica, è sempre la migliore, come dimostrato dal piano di Di Biagio che manda in tilt il collega Kuntz.
Le partite, spesso, si vincono ancor prima di giocarle e questa gara lo conferma. Bernardeschi, alla vigilia, aveva parlato del sentimento di chi veste la maglia azzurra: «Ti fa sentire speciale». Il c.t. Di Biagio aveva confermato la sua grande fiducia nel gruppo, che ha risposto alla grande.
Chiesa e Caldara sono andati in campo sul dolore e hanno disputato una partita straordinaria. Bernardeschi si è dannato l’anima in un ruolo, quello di falso nueve, che potrebbe essere anche una svolta per la sua carriera.
Questo perché il cuore è determinante ma la tattica non è meno importante. Di Biagio ha scelto un 4-3-3 agile e tecnico, lasciando Petagna in panchina e schierando i tre (teorici) pesi leggeri: Chiesa, Bernardeschi e Berardi. La leggerezza si è vista nel tocco, ma non certo nell’impegno, tanto che tutti e tre sono stati ammoniti nel primo tempo. Il gol risultato poi decisivo è nato proprio dalla voglia di pressare alto e di mettere in difficoltà la Germania che, fin qui, tra qualificazioni e fase finale aveva sempre e soltanto vinto. Pellegrini — un centrocampista totale che ricorda davvero Steven Gerrard — ha costretto all’errore Toljan; Chiesa ha servito subito Bernardeschi che si è trovato solo davanti al portiere e l’ha battuto con tocco di collo-esterno.
Su quel gol l’Italia ha costruito una partita bella e coraggiosa, soprattutto nel secondo tempo, con Gagliardini tornato sui livelli dell’Atalanta e la coppia di centrali difensivi praticamente perfetta.
Il risultato di Danimarca-Repubblica Ceca, con la clamorosa vittoria degli scandinavi già eliminati, ha fatto il resto. Nel finale della ripresa, dopo che l’Italia aveva sfiorato il 2-0 molto più di quanto la Germania si fosse avvicinata al pareggio, i tedeschi hanno capito che la sconfitta per 1-0 andava bene anche a loro, qualificandoli come migliore seconda ed evitando loro (per l’assurdità di un torneo a 12 squadre) la Spagna.
Ma l’importante per l’Italia di Di Biagio era andare avanti,
Di Biagio/1 È stata una grande partita e un grande risultato: volevamo vincerla 1-0 Di Biagio/2 Questo è stato un miracolo e contro la Spagna cercheremo di farne un altro