Gli azionisti i più esposti all’eventualità di perdere tutto
Gestioni e fondi al sicuro I clienti non saranno coinvolti
Il destino degli azionisti è segnato. Attualmente Veneto Banca e Popolare di Vicenza sono di proprietà del Fondo Atlante, gestito da Quaestio sgr, che si è fatto carico della loro ricapitalizzazione e che ha in mano il 99,33% della Vicentina e il 97,64% dell’istituto di Montebelluna. Le perdite dell’azionista saranno ingenti, potenzialmente pari all’intero capitale versato. Gli azionisti privati delle due banche, per contro, hanno già pagato il loro conto al dissesto delle Venete. Infatti, prima dell’intervento del Fondo Atlante, il prezzo «figurativo» dei titoli della Popolare di Vicenza , era crollato da 62,5 euro (40,75 euro per Veneto Banca) a poche decine di centesimi. Nessuna delle due banche era quotata in Piazza Affari; il prezzo delle azioni era stabilito dalle due banche.
Tutti gli strumenti finanziari detenuti dalla clientela presso le banche sono esclusi dalle procedure di salvataggio, anche nel caso della risoluzione (bail-in) e a maggior ragione nel caso della liquidazione della banca secondo la legge italiana. Questi strumenti, dai titoli di Stato, alle azioni, alle quote di fondi comuni di investimento, alle Sicav, ai certificati, alle polizze vita, sono infatti semplicemente «custoditi» dalla banca per conto della clientela e rientrano in una contabilità separata. Analogo trattamento subiscono, ovviamente, i beni custoditi nelle cassette di sicurezza, il cui valore non è neppure noto alla banca che fornisce il servizio di custodia. In sostanza, tutto il denaro che la banca riceve in qualità di banca depositaria costituisce un patrimonio distinto.