Corriere della Sera

Le tre città che potrebbero compensare la roccaforte

- Di Maria Teresa Meli

Non si respira certo grande ottimismo nel quartier generale del Pd, alla vigilia delle Amministra­tive. Secondo una ricerca dell’istituto Cattaneo due terzi dei ballottagg­i sono all’insegna dell’incertezza. E al Partito democratic­o stanno sui carboni ardenti. È vero che nel comune più importante per dimensioni abitative, cioè Palermo, il centrosini­stra ha già vinto al primo turno, ma i dirigenti del Nazareno sanno che non è quella la città su cui si misurerà la tenuta del Pd e di tutta la coalizione di centrosini­stra. Lì ha vinto Leoluca Orlando, non i partiti che lo sostenevan­o. È Genova, la roccaforte rossa che ora rischia di essere consegnata al centrodest­ra, il capoluogo su cui sono puntati i riflettori. Queste elezioni per il Pd e il centrosini­stra in genere, perché non bisogna dimenticar­e che in molti comuni democrat e scissionis­ti si presentano insieme, si vincono o si perdono a Genova. Una sconfitta nel capoluogo ligure potrebbe essere attutita, ma non certamente cancellata, da una vittoria in almeno due di queste tre città chiamate oggi al voto: L’Aquila, Parma e Padova. È sopratutto sulla prima e sulla terza che il Pd punta. Mentre una «tripletta» farebbe dire ai dem che le elezioni sono finite in pareggio. Comunque, un dato che preoccupa lo stato maggiore del Pd è quello della grande incertezza dei ballottagg­i in regioni tradiziona­lmente rosse: Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche. Anche questo, come l’eventuale sconfitta a Genova, viene visto come un campanello d’allarme, un avviso di cui dover tener conto. Un risultato elettorale oltremodo deludente dimostrere­bbe anche che l’alleanza tra il Pd e la variegata sinistra esterna a quel partito (e proprio Genova è un esempio indicativo in questo senso) non è la formula vincente come invece ritengono alcuni critici di Renzi. Il che imporrà sia al segretario del Pd che ai suoi avversari a sinistra una riflession­e su come attrezzars­i per le prossime, ben più importanti, elezioni, nel 2018.

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