Il direttore generale è soddisfatto: così l’azienda guadagna in pubblicità
a febbraio svelò un progetto per riportare il Festivalbar su Canale 5 con Conti).
Tutti effetti del tetto introdotto dall’articolo 9 della legge 198 del 26 ottobre 2016. Se non ci fosse stato il parere dell’Avvocatura dello Stato che ha aperto la strada alle deroghe per i «divi» (e trasmesso al consiglio di amministrazione Rai dal sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli) la Rai, dicono negli uffici della direzione generale, avrebbe registrato un esodo perdendo conseguenti, importantissimi contratti pubblicitari in un anno non proprio di vacche grasse nel settore.
Per questa ragione il direttore generale Mario Orfeo, che segue gli attacchi politici al contratto a Fazio da 2,2 milioni di euro annui per quattro Polemiche Fabio Fazio, già contestato per il precedente contratto da 1,8 milioni anni (più le voci legate alla produzione e al resto del cast del programma), dice comunque di essere «tranquillo e molto soddisfatto»: ritiene che la firma del contratto con Fazio rappresenti un consolidamento della leadership della Rai, soprattutto visto il passaggio della macchina di «Che tempo che fa» dalla prima serata domenicale di Raitre a quella molto strategica di Raiuno.
Orfeo ha diretto il Mattino, il Tg2, Il Messaggero e il Tg1, quindi non sottovaluta le contestazioni Secondo Orfeo, Conti, Angela, lo stesso Fazio sono «pezzi pregiati» da non perdere dei partiti. Ma ora, da capo azienda di viale Mazzini, ripete che con la conferma di Fazio alla Rai, per di più su Raiuno, la tv pubblica può rilanciare l’offerta all’insegna dell’innovazione (il contenitore di Fazio modificherà il proprio passo, vista la collocazione sulla rete ammiraglia caratterizzata da un pubblico più popolare rispetto a Raitre).
Il nuovo direttore generale, parlando con i suoi collaboratori nelle ore della stesura definitiva dei palinsesti destinati alla presentazione mercoledì 28 a Milano, ha ripetuto che Carlo Conti, Alberto Angela, Fabio Fazio sono «pezzi pregiati» dell’offerta Rai, cresciuti professionalmente nell’azienda e capaci di proporre un prodotto strettamente connesso alla missione di servizio pubblico. Un loro addio sarebbe Su Corriere.it Le polemiche sul compenso di Fabio Fazio, con i video, l’analisi e i commenti che alimentano le voci sul trasferimento ad altra squadra fino a che non gli venga ritoccato l’ingaggio». «Lungi da me difendere Fazio simile a Icardi — conclude Margiotta — difendo invece un principio: per pochi, pochissimi artisti, è giusto fare eccezione a un tetto compensi». Ma tuonano anche Lega e Forza Italia: «Gli 11,2 milioni in quattro anni per 64 serate su 365 giorni gridano vendetta — attacca Jonny Crosio, senatore del Carroccio e membro della commissione di Vigilanza —. L’ennesimo affronto etico e sociale di una rete pubblica solo a parole». E c’è un tweet al vetriolo anche di Maurizio Gasparri, senatore azzurro: «Fazio, simbolo negativo, vero scandalo, vicenda illegale, sia obiettivo di una campagna popolare ostile». Il senatore del Pd Margiotta: «Lungi da me difendere Fazio, simile a Icardi»
Da segnalare, poi, le parole di Carlo Freccero, che venerdì scorso aveva abbandonato la seduta del cda prima del voto e ora annuncia che darà battaglia «dall’interno» al nuovo dg Mario Orfeo, perché «il mio dissenso non era solo per Fazio ma per tutto». Del contratto di Fazio la commissione di Vigilanza chiederà conto al cda Rai nell’audizione prevista già dopodomani, 27 giugno. Il suo presidente “grillino”, Fico, annuncia interrogazioni «su tutta la questione palinsesti». stato un «grande impoverimento dell’offerta Rai», in termine di contenuti, di immagine e di ricavi pubblicitari. Il budget dei palinsesti 20172018, fanno sapere alla direzione generale, non è stato sforato rispetto alle previsioni: segno che ci sono stati altri tagli e risparmi.
In quanto a Massimo Giletti, e alle polemiche sulla cancellazione de «L’Arena», la risposta dei vertici Rai è nota da venerdì: al conduttore sono state offerte dodici grandi serate su Raiuno e «Domenica in» tornerà alla sua vocazione editoriale di grande intrattenimento. Fin qui la posizione di Orfeo. Ma fino a mercoledì è facilmente prevedibile che il barometro Rai dovrà registrare altre perturbazioni politiche.