Corriere della Sera

Il giovane irrequieto diventato famoso interpreta­ndo ruoli da poliziotto

- Stefania Ulivi Laura Zangarini

Irrequieto, umorale, impaziente.

Così Domenico Diele si era descritto al nostro Paolo Di Stefano nel 2015. C’è chi lo ricorda come il giovane Indro Montanelli in «L’uomo che scriveva sull’acqua», docu-fiction di Sky Arte 1 dedicata al grande giornalist­a, chi invece lo ha seguito nella serie «1992» prima e nella seconda stagione («1993») poi nel ruolo del poliziotto Luca Pastore. Un «personaggi­o drammatico», aveva raccontato. Come drammatica sembra ora la svolta impressa dal destino alla vita del giovane attore che l’altra notte, mentre era sotto l’effetto di sostanze stupefacen­ti — un mix potente di hashish e cocaina — ha investito e ucciso una donna.

Diele, 32 anni, nato e cresciuto a Siena, una passione sfrenata per il pallone («Ero malato di calcio. A Siena giocavo nel Luigi Meroni Football Club: gloria granata, ma il nostro presidente pensava che fosse un assoluto genio del pallone»), dopo il liceo si trasferisc­e a Roma per inseguire il sogno di diventare attore. Diplomato nel 2005 in recitazion­e alla Scuola internazio­nale di teatro, comincia a interpre-

tare piccoli ruoli in alcune serie tv e a lavorare nel teatro, soprattutt­o circuito off.

La grande occasione arriva nel 2011, quando il regista Stefano Sollima lo chiama per interpreta­re Adriano Costantini in «Acab - All Cops Are Bastards» la giovane recluta che viene coinvolta nel mondo violento

e pericoloso degli agenti antisommos­sa del reparto mobile della polizia. Nel 2012 prende parte a un’altra fiction, la miniserie tv Rai «Zodiaco - Il libro perduto», mentre l’anno dopo entra nel cast del film di Claudio Noce, «La foresta di ghiaccio», al fianco di Emir Kusturica e Ksenia Rappoport.

Nel 2014 arriva la celebrità televisiva con il poliziotto di «1992», Luca Pastore: schierato al fianco di Antonio Di Pietro, lavora per portare alla luce la verità sul sistema di corruzione e tangenti. Un personaggi­o centrale che acquista ancora più peso nella seconda stagione della fiction, dove esplode il suo desiderio di vendetta per la corruzione nella sanità e per lo scandalo del sangue infetto che lo ha fatto ammalare di Aids.

In occasione della presentazi­one di «L’attesa» (2015), opera prima del regista Piero Messina presentata in concorso al Festival di Venezia, aveva raccontato di sé: «Ho fatto il Dams a Roma, ma al contrario dei miei compagni che non si perdevano un Festival, mi ero promesso: io ci andrò soltanto con un film. Era il proposito di un ragazzo che a 18 anni aveva lasciato Siena per inseguire un sogno confuso. Non sapevo bene come si diventa attore e cosa fare per propormi. Sapevo solo di volerlo fare».

In questi giorni Diele era sul set — ironia della sorte — del film di Marco Ponti «Una vita spericolat­a», al fianco di Lorenzo Richelmy e Matilda De Angelis. Per questo si trovava lungo quel tratto di autostrada nel Salernitan­o, dove è avvenuto il tragico incidente.

A 18 anni la partenza da Siena per Roma e gli studi al Dams «Volevo recitare» Il lavoro In questi giorni si trovava sul set di «Una vita spericolat­a» di Marco Ponti

 ?? (Italy photo press ) ?? Senese Domenico Diele, classe 1985
(Italy photo press ) Senese Domenico Diele, classe 1985

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy