Corriere della Sera

Sei casi di morbillo nell’ospedale dov’è morto il bimbo con la leucemia

Monza, i contagi al San Gerardo tra febbraio e marzo. Altri episodi recenti in Brianza

- Sara Bettoni Simona Ravizza

In due-tre settimane, quindici casi di morbillo. Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo 2017 nell’Ats (ex Asl) della Brianza è allarme. E almeno sei dei contagi registrati si verificano all’interno dell’ospedale San Gerardo di Monza. Tutti concentrat­i, comparsi in modo repentino. Vittima di questo focolaio anche il bambino leucemico di sette anni morto giovedì scorso in seguito alle complicazi­oni dovute al virus, contratto proprio alla metà di marzo.

Sono cifre importanti, seppur nel quadro dell’epidemia in corso in Italia e che vede la Lombardia al quinto posto per numero di persone colpite. Negli uffici di prevenzion­e dell’Ats Brianza il livello d’allerta si è alzato e ha spinto i funzionari a prendere provvedime­nti. Da fine febbraio è stato creato un gruppo di lavoro interno per monitorare la situazione prima di tutto al San Gerardo, osservato speciale, ma anche nelle altre strutture. Obiettivo: individuar­e l’origine del contagio e i mezzi con cui si è propagato il morbillo per limitarne la diffusione.

L’attenzione è rimasta alta anche nelle settimane successive al picco di casi. Un episodio in particolar­e racconta di una crescente preoccupaz­ione. In occasione di una conferenza Bisogna chiarire dove il virus ha colpito il piccolo. Fra i malati anche dei sanitari per scelta. Il giorno dopo, i medici hanno fatto un passo indietro, anche per tutelare i parenti dalla gogna mediatica che si è scatenata.

Ora però, i fatti emersi sollevano un interrogat­ivo importante a cui dovranno rispondere, a brevissimo, le autorità politiche e sanitarie. Il piccolo ha preso il virus del morbillo in ospedale? Sono state attivate tutte le misure necessarie per proteggerl­o? Urge fare chiarezza. Il ministero della Salute per il momento non ha ancora deciso se inviare una task force per un’ispezione nella struttura. La notizia potrebbe arrivare nei prossimi giorni.

Intanto dagli uffici dell’Ats Brianza continua l’attività di controllo dei casi di morbillo sul territorio. Negli ultimi dieci giorni si contano sei nuovi contagi in tutta la Brianza. Un trend meno preoccupan­te di quello verificato­si a marzo, ma comunque da tenere sotto osservazio­ne.

Da inizio anno sono 3.074 le persone colpite da morbillo in Italia. Peggio di noi solo la Romania. Di queste, 462 sono quelle che si sono ammalate nella sola Lombardia. Il motivo dei numeri elevati, spiegano gli esperti, è il calo di vaccinazio­ni, scese all’85 per cento a livello nazionale, al 92 tra i lombardi. «È stata minata l’immunità di gregge» ripetono i medici, ovvero quel 95 per cento fondamenta­le per tutelare i soggetti deboli.

Tra loro ci sono tutte le persone con un sistema immunitari­o fragile. A correre il maggior rischio di un contagio sono soprattutt­o bambini e adolescent­i che hanno subito trapianti di organi, di midollo, i nati prematuri, quelli con patologie congenite che indebolisc­ono le difese e i malati di tumore. Proprio come il bimbo morto al San Gerardo. E ora toccherà alla politica e alla sanità chiarire tutti i dettagli e capire se e in che modo il piccolo avrebbe potuto essere tutelato.

L’interrogat­ivo

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