Corriere della Sera

«Noi, ultimi custodi L’arte di Anselmo e Margherita ereditata dei muretti a secco» dalle madri delle Cinque Terre

- Fonte: Parco naturale delle Cinque Terre Corriere della Sera

LA FONDAZIONE Le pietre di maggiore dimensione vanno posizionat­e di punta cercando di riempire il più possibile lo spazio IL CORSO DEL MURO Gli elementi vanno disposti di punta con le facce più «grandi» rivolte all’esterno su piani leggerment­e inclinati verso l’interno. Per il riempiment­o interno (drenaggio) si utilizzano pietre di piccole dimensioni LA TESTA DEL MURO Nell’ultimo corso del muro, nel paramento esterno, vengono impiegati elementi di grosse dimensioni muretti, non rinunciand­o alla sua ossessione artistica per i travestime­nti, oggi l’omaggio è a un gruppo coreano, i Bts, capelli dalle tinte fluo e camicione sgargiante. Con lei c’è il padre Vittorio, che la guarda orgoglioso. «A me ha insegnato mia madre — dice —. Si chiamava Margherita». Un ciclo che riprende. La figlia non perde tempo: «Passami un recauso» chiede, che sarebbe una pietra che sta in una mano, ideale per riempire il vespaio, quel misto di sassi e terra che alle spalle del muro permette il drenaggio dell’acqua. «Lo vedete quel muretto là in fondo? — indica Margherita —. È falso, riempito con il cemento, non reggerà».

Costruire i muretti come faceva sua nonna non è solo un’operazione nostalgica, ma una scelta consapevol­e, la sapienza antica è l’unica che può garantire un futuro. Margherita con la sua associazio­ne negli ultimi due anni ha organizzat­o 8 campi di volontaria­to, uno con l’Unesco, 80 persone hanno imparato i segreti di come impilare i sasci, come li chiamano da queste parti. «È La tecnica della madre Sotto Anselmo Crovara, accanto all’immagine della madre, Annunziata, che nella foto qui a fianco in bianco nero realizza un muretto a secco. Crovara, 82 anni, ex sarto e cuoco, ha trasformat­o la sua abitazione a Manarola in un Archivio della memoria venuto un ragazzo austriaco. Mi ha detto: a me piace solo il computer. Bene, ho risposto: fare i muretti è come il Tetris».

La casa di Anselmo Crovara è proprio dove finisce il sentiero che da Riomaggior­e arriva a Manarola. «Quando ero giovane mi arrampicav­o con la cesta sulle spalle, portavo anche 40 Monterosso al Mare

Vernazza

Corniglia Manarola Riomaggior­e chili» ricorda. Mostra la piccola frana proprio davanti al portone. «Tutta colpa dei turisti». Sul sentiero scosceso è una procession­e ininterrot­ta, c’è chi si avventura in ciabatte. I muretti per loro sono solo passamani, si aggrappano per non cadere, passaggio dopo passaggio sbriciolan­o tutto.

Il paradosso delle Cinque Terre sta proprio qui. Gli stranieri restano incantati dai borghi e dal mare turchese. I locali trovano più vantaggios­o affittare camere che curare i terreni strappati agli strapiombi. E così il Patrimonio Unesco rischia di diventare solo un villaggio commercial­e, se pochi daranno retta a Margherita e Anselmo. Il Parco nazionale prova a dare sostegno a chi vuole ripristina­re gli antichi muri, alla Regione si possono chiedere i fondi dei Piani di sviluppo rurale. I soldi non bastano mai, ma serve una svolta culturale non un salvadanai­o pieno. Margherita e Anselmo non si danno per vinti, figli di una natura aspra e generosa. «Dai terrazzame­nti capisci la resilienza di noi liguri».

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