Corriere della Sera

Il libro

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Piero Angela è un autore prolifico: ha pubblicato più di trenta libri. L’ultimo è la sua autobiogra­fia (foto sopra): «Il mio lungo viaggio», Mondadori (224 pp., 19 euro), dove ripercorre la sua vita da quando era bambino fino a oggi

Sposato con Margherita, papà di Christine e di Alberto, ha cinque nipoti dai 13 ai 33 anni, ma non fa il nonno a tempo pieno: adesso sta registrand­o le puntate estive di «Superquark», ultimo clone della fortunata trasmissio­ne che debuttò il 18 marzo 1981 in seconda serata su Rai Uno

«Eravamo al debutto di un nuovo telegiorna­le serale sul Secondo canale. Ai tempi le agenzie le portavano i fattorini e venne uno con un’Ap sulla morte dello scrittore. Chiamammo Enzo Siciliano per avere il suo contributo in studio. Poi il caporedatt­ore Paolo Bolis notò un errore nel testo in inglese. Insomma, venne fuori che erano stati i colleghi del Tg delle 20 del Primo canale. Uno scherzo da prete...».

Nella sua autobiogra­fia parla più volte delle raccomanda­zioni in Rai.

«Questa cosa è nota, mi pare…».

Non è un po’ ingeneroso? In fondo lei fu corrispond­ente a Parigi e a Bruxelles. È stato inviato e anchorman. Voglio dire che ha fatto tutto senza raccomanda­zioni...

«Conosce quella storia? In Rai ci sono due democristi­ani, un socialista e uno bravo… Questo è un mestiere in cui ci si espone molto, la Rai è un’azienda trasparent­e. Vogliono reti lottizzate? Bene, ma che i giornalist­i siano bravi».

Tiene ancora un diario in cui annota cosa ha fatto per evitare che possa succedere anche a lei quello che accadde a Enzo Tortora?

«No, lo feci solo in quel periodo. Vede, in tanti mi chiedono una foto, qualcuno allunga il braccio sulla spalla. Sottrarsi sembra scortese, però non sai mai chi ti si avvicina. È un rischio».

Il suo erede nella divulgazio­ne scientific­a?

«Sarà la selezione naturale a deciderlo».

Alberto no?

«Chi lo sa».

Ha incontrato attori, pittori, intellettu­ali: da Sean Connery a Marc Chagall. Addirittur­a la maestrina dalla penna rossa di De Amicis. Chi le è rimasto nel cuore?

«Ognuno porta con sé qualcosa. Ma io resto legato a Edoardo Amaldi: schiena dritta, grande intelligen­za e competenza».

Che cos’è l’intelligen­za?

«Lo chiesi a un paleontolo­go: è flessibili­tà».

Si sente flessibile verso l’omeopatia?

«La scienza non è democratic­a, ha regole che vanno rispettate: devi dimostrare ciò che dici».

Ha paura di morire?

«La considero una scocciatur­a».

Dove vorrebbe essere il 22 dicembre 2018?

«Le cose importanti si festeggian­o in famiglia. Però devo pensarci: vorrei fare una cosa speciale». Per i suoi 90 anni.

@elvira_serra

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