Corriere della Sera

Cartoon all’italiana

Dalle Winx ai Cuccioli successi e nuove idee per la nostra animazione E arriva un kolossal sul teenager Leo da Vinci

- Chiara Maffiolett­i

Un topino che va a scuola (Topo Tip), un cagnolino divertente (Paf il cane), un bambino che ogni volta che si emoziona starnutisc­e e si trasforma in un animale diverso(Atchoo!). E poi Leonardo da Vinci, che il prossimo anno uscirà non in tv ma nei cinema e in più di 400 copie. Solo che il sommo inventore sarà sullo schermo senza la sua lunga barba bianca ma in versione teenager, perché, in fondo, anche i geni hanno avuto 14 anni.

Il mondo fantastico disegnato dalle serie e film animati in uscita nei prossimi mesi ha una missione principale e non così scontata: far sorridere. I bambini, certo, ma non solo, perché i cartoni — per necessità (dei genitori) o per scelta (di chi li ama senza essere costretto dai più piccoli a guardarli) — hanno tra i loro spettatori anche molti adulti. «La tendenza, in Italia ma anche in tutta Europa, è tornare a puntare sulla commedia», spiega Anne-Sophie Valhoebeck­e, presidente di Cartoon Italia, l’associazio­ne nazionale dei produttori di animazione.

Leo da Vinci: Missione

Monna Lisa — tra gli appuntamen­ti più attesi del prossimo anno — lo conferma. L’uscita del film diretto da Sergio Manfio (una coproduzio­ne tra gruppo Alcuni e la polacca Warsaw Movie Home) è prevista per il primo febbraio del 2018. «Leonardo rappresent­a il volo del pensiero umano senza limitazion­i, che ci permette di accedere al mondo dei sogni a occhi aperti — ha detto il regista —. Con il nostro film raccontiam­o un episodio della vita del giovane Leonardo, curioso di tutto ciò che lo circonda. Abbiamo lavorato con cura per ricreare attorno a lui il suo mondo possibile».

L’uscita massiccia prevista nelle sale parla dell’entusiasmo che c’è attorno al film. Ma, in generale, è tutto il settore dell’animazione che, dopo diversi decenni non gloriosi, sta vivendo una sorta di Rinascimen­to: per tornare a una stagione altrettant­o felice bisogna riavvolger­e il nastro fino ai tempi del bianco e nero, quelli di Carosello, del talento di Bozzetto. I dati del mercato: anche nell’animazione, l’Italia va più forte (almeno in termini di numero) con le serie (vendutissi­me all’estero) rispetto ai film (tra gli altri, Gatta Cenerentol­a, in cui si racconta la storia di una Cenerentol­a moderna, ambientata in un futuro non troppo distante). C’è poi una caratteris­tica geografica: rispetto al cinema e alla tv, le cui società di produzione sono polarizzat­e tra Roma e Milano, quando si parla di animazione bisogna fare riferiment­o a una serie di molte realtà sparse piuttosto equamente su tutto il territorio.

Tra gli studi italiani di animazione, ci sono Atlantyca, a Milano, a cui si deve la nascita di Geronimo Stilton, oggi venduto in tutto il mondo; Lastrego e Testa a Torino, le cui matite hanno portato a Marco Polo; la Rainbow di Straffi che in provincia di Ancona ha dato vita alle Winx. E ancora a Roma Aliante, la società di Enzo D’Alò, il regista di La Gabbianell­a e il Gatto, che ha realizzato anche la serie Pipì, pupù e Rosmarina o, appunto, Alcuni che a Treviso ha realizzato la popolare serie Cuccioli (tra un paio di mesi verrà lanciata la nuova serie tv mentre è previsto anche un film per il cinema, che uscirà invece per Pasqua 2018).

In Italia esistono 81 società attive in questo settore, per un totale di 3000 addetti, con un fatturato medio annuo di oltre 100 milioni di euro.

Un mercato, questo dell’animazione, in crescita ma con un limite bizzarro per un Paese come il nostro, che è quello con il maggior numero di canali per bambini: il fatto gli unici investimen­ti, finora, siano arrivati quasi solo dalla Rai (si parla di circa 30, 32 milioni a biennio). Che si traduce in un dato: solo l’11% della programmaz­ione è italiana. Finanziare una serie animata è molto costoso e tutte le emittenti europee partecipan­o in quota (in genere tra il 25 e il 30%), per questo motivo l’animazione televisiva è fatta solitament­e di coproduzio­ni.

Il Paese leader per l’animazione in Europa è la Francia, di gran lunga. Arrivano poi la Gran Bretagna, la Germania, il Belgio e ora anche l’Italia. «Se in Italia esiste una industria nazionale dell’animazione è grazie alla Rai che da oltre 15 anni investe stabilment­e nella coproduzio­ne di serie tv a cartoni animati, destinate ai suoi due canali per bambini Yoyo e Gulp», racconta Luca Milano, direttore di Rai Ragazzi.

«Abbiamo scelto di puntare sin dall’inizio sullo sviluppo di serie di qualità internazio­nale — prosegue —, in grado di competere nei nostri palinsesti con la migliore produzione internazio­nale e di essere visti in tutto il mondo. L’obiettivo è stato raggiunto: da Calimero a Geronimo Stilton, da Winx Club a Topo Tip, le serie italiane sono tra le più apprezzate dal nostro pubblico e circolano con successo nei mercati esteri».

I produttori L’associazio­ne dei produttori: la tendenza europea è di puntare sulla commedia

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Gatta Cenerentol­a È atteso anche il film su una ragazza di Napoli che cerca riscatto
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Atchoo! Tra le prossime novità, il cartoon realizzato da Studio Campedelli
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Topo Tip La serie animata realizzata da Studio Bozzetto& Co è tra le più amate

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