Se proteggo la pelle perdo la vitamina D?
Uno scudo ai raggi ultravioletti è necessario per prevenire i tumori della pelle. E a questo scopo le creme solari vanno scelte con cura e usate correttamente. Però il sole non va visto come un nemico, perché i suoi raggi, se presi alle giuste dosi, sono
non ce ne sono — spiega Maria Luisa Brandi, docente di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo all’Università di Firenze e direttore dell’Unità Operativa di Malattie del Metabolismo Minerale e Osseo dell’ospedale di Careggi —. Di certo sappiamo che stare una mezz’ora al giorno all’aperto, in tutte le stagioni, se possibile con testa, braccia e gambe scoperte e senza crema protettiva, ci assicura un livello sufficiente di questo ormone fondamentale non solo per l’assorbimento di calcio e fosfato a livello intestinale, ma anche per la forza muscolare. Negli ultimi anni si moltiplicano anche Che cos’è La vitamina D è un ormone fondamentale per il buon funzionamento del nostro metabolismo minerale e cardiovascolare, oltre che per le difese immunitarie. Sappiamo che viene sintetizzata con i raggi ultravioletti B gli studi sul possibile ruolo della carenza di vitamina D nello sviluppo di tumori e sclerosi multipla, per esempio, ma più la conosciamo e più complicato si fa il puzzle».
Estremizzando, sembra quasi di essere costretti a scegliere tra benefici del sole (inclusa la vitamina D) ma con rischio di tumori della pelle, o rinunciare ai primi per evitare i secondi. È davvero così?
«Le campagne contro il melanoma hanno portato a criminalizzare il sole — dice Paolo Ascierto, direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli —, ma negli ultimi anni è stato corretto il tiro: esporsi al sole è un bene, in giusta misura e con le dovute accortezze, evitando le scottature. Queste ultime, soprattutto se si verificano nell’infanzia e adolescenza, fanno aumentare le probabilità di melanoma. Sono le esposizioni intense e intermittenti a rappresentare un fattore di rischio per questo tumore, che ha però anche una componente genetica importante». I responsabili sono i raggi ultravioletti (Uv), sia di tipo A che di tipo B: ecco perché anche le lampade solari (che solitamente emanano raggi UvA) sono dannose e potenzialmente cancerogene.
«Tra i tumori della pelle il melanoma è quello più complicato, perché oltre all’esposizione solare in sé entrano in gioco il numero di ustioni e i fattori genetici — aggiunge Piergiacomo Calzavara Pinton, presidente della Società italiana di Dermatologia e Venereologia (SIDeMaST) e direttore Clinica dermatologica, Spedali Civili di Brescia —. Al contrario, il carcinoma spinocellulare (o spinalioma) e il suo precursore, la cheratosi attinica, dipendono strettamente da quanto stiamo al sole, anche senza scottarci. Per questo consiglio di proteggersi con una buona crema, da maggio a ottobre, soprattutto il viso,e non solo per il rischio di tumori, ma anche per l’invecchiamento cutaneo. Per sintetizzare vitamina D va bene qualunque parte scoperta del corpo, e comunque le scottature al sole nelle ore centrali della giornata, tra le 12 e le 16. Un’attenzione particolare deve essere rivolta ai bambini, che vanno difesi con una crema ad alta protezione, meglio se con filtro fisico (biossido di titanio o ossido di zinco). Non bisogna però dimenticare i benefici dei raggi solari, per la sintesi di vitamina D, la crescita, ma anche per psoriasi e umore».
Nei mesi caldi dunque dovremmo fare il pieno di sole, seppure con buon senso. «La sintesi della vitamina D avviene grazie all’azione dei raggi ultravioletti B, associata al calore, su parti libere della nostra pelle — sottolinea Brandi —. Il mio consiglio è di esporsi al sole tutti i giorni una mezzora (evitando le ore centrali) senza crema solare».
Dunque, sì alla vitamina D e sì a difendere e curare la pelle. «È la nostra barriera verso l’esterno, ecco perché i tumori cutanei sono i più frequenti in assoluto — conclude Ascierto —. L’eritema solare danneggia il Dna delle cellule dello strato superficiale della pelle e nel corpo resta il ricordo di questo trauma, che può tradursi in melanoma dopo anni. A mio avviso tutti dovrebbero usare protezioni alte, incluse le persone con pelle scura (da fototipo mediterraneo in su) o già abbronzate. E non bisogna dimenticare che sotto l’ombrellone si crea un cono di raggi ultravioletti: quindi sì alla crema solare anche se si sta all’ombra, oppure si può ricorrere a indumenti anti-Uv».