Corriere della Sera

Come si fa a scegliere lo «schermo» giusto?

- L.Cu.

gni 3-6 mesi sarebbe utile spendere pochi minuti del nostro tempo ad osservare attentamen­te la pelle, senza trascurare palmi di mani e piedi, schiena, cranio, ascelle, solco tra le natiche e genitali. «Bisogna fare attenzione a qualcosa di strano, diverso, che cambia colore o forma — spiega Mario Santinami, direttore della Struttura Melanoma e Sarcoma all’Istituto Nazionale Tumori di Milano —. Il segnale principale del melanoma è il cosiddetto “brutto anatroccol­o”, in devo mettere ogni volta 40 grammi di prodotto, ovvero praticamen­te mezza confezione. Per una famiglia di 3-4 persone vorrebbe dire andare in spiaggia con una valigia di creme… E se spalmo metà del quantitati­vo previsto nei test, la fotoprotez­ione non sarà dimezzata (da 50 a 25) bensì scenderà a 10. In generale, si è visto che i solari - per come sono usati mediamente dalla popolazion­e - danno una protezione reale che va da 2 a 6».

Dunque, prima delle vacanze è bene fare scorta di crema 50+, per adulti e (soprattutt­o) bambini. Ma si può usare anche la protezione 30, magari quando si è già un po’ abbronzati? «La differenza tra 50 e 30 è minima — spiega Calzavara Pinton —: il fattore 50 filtra il 98% dei raggi ultraviole­tti, il 30 ne filtra il 96,7%. Tutto sta nello scegliere il prodotto giusto e applicarlo bene».

E come regolarsi con i bambini? «I piccoli stanno al sole troppo poco — conferma Cristiana Colonna, responsabi­le dell’Ambulatori­o di Dermatite Attenzione alle etichette Quali sono le regole per l’acquisto intelligen­te di un “solare”? «Basta guardare le etichette sui flaconi — dice Piergiacom­o Calzavara Pinton, presidente SIDeMaST — e in particolar­e 3 voci: mexoryl, tinosorb e parsol. Per essere sicuri di comprare un buon prodotto devono essere presenti almeno due di queste sostanze, che assicurano la durata nel tempo della fotoprotez­ione» atopica del reparto di Dermatolog­ia Pediatrica del Policlinic­o di Milano —. È vero che la pelle va protetta dall’esposizion­e intensa, che può causare eritemi e scottature, ma il sole non va demonizzat­o.

«Fino ai 2 anni di età la capacità della cute di produrre melanina è immatura e dunque la pelle va protetta con molta attenzione: nei bambini piccoli d’estate è d’obbligo usare la protezione 50+ (preferibil­mente con filtro fisico, indicato in etichetta). Dopo i 2 anni, se il bambino ha un fototipo non chiaro, si può scendere alla 30, sempre rinnovando la crema ogni 2 ore e dopo ogni bagno. Nei piccoli meglio evitare l’esposizion­e al sole tra le 11 e le 16. Per il resto basta il buon senso: se si fa una passeggiat­a in primavera con il bebè nel passeggino, col cappello, il solare non serve. E se un bambino più grande gioca al parco si può mettere la 30, magari tralascian­do le gambe per la vitamina D». alle domande dei lettori sul melanoma su

http://forum. corriere.it/ sportello_ cancro_ il_melanoma

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