«Sono figlia di Dalí» Il corpo dell’artista sarà riesumato per la prova del dna
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DLa carriera
Luis Buñuel (a sinistra) e Salvador Dalí posano insieme: i due, oltre che amici, sono considerati anche i protagonisti del cinema surrealista, una delle avanguardie del cinema francese nel periodo compreso tra 1924 e 1930
Nel 1965 in un locale francese Dalí incontrò Amanda Tapp che diventerà famosa con il nome di Amanda Lear, ai tempi indossatrice inglese. La Lear diventò una sua pupilla e la sua musa
Il 23 gennaio 1989 Dalì muore a 84 anni per un attacco di cuore. È sepolto all’interno del suo TeatroMuseo di Figueres alla «vera» intimità. I suoi rapporti personali erano sempre filtrati: mediati da una distanza di sicurezza. Dalí amava guardare, spiare, idealizzare, sublimare o profanare, ma tendeva a non lasciarsi contaminare dai corpi. L’universo della sessualità andava interrogato, studiato, perlustrato nei suoi anfratti misteriosi. Ma non vissuto.
Questa «insensibilità» — qualcuno ha parlato di impotenza — era evidente nel modo in cui il «Don Chisciotte in abito da sera» che ha attraversato il Novecento «protetto solo dai suoi sfrenati baffi a ricciolo» (come lo ha definito Ballard) partecipava alle feste «hard» e ai riti amorosi. Da voyeur, non da protagonista. Come rivela il rapporto non consumato con l’amata Gala.
È questa la ragione per cui siamo portati a ritenere che la signora Abel abbia inventato la presunta paternità. Anche per entrare in possesso di parte di un’immensa eredità governata con spietato cinismo dalla Fondazione di Figueres, tra le «aziende» più ricche della Catalogna.
Come avrebbe reagito Dalí a una notizia tanto assurda? Ne siamo certi: avrebbe sorriso. Appassionato com’era dell’assurdo e dell’inverosimile.