Corriere della Sera

DONNE AL MURO DEL PIANTO FALLISCE IL COMPROMESS­O, VINCONO GLI ORTODOSSI

- Di Davide Frattini

Da quasi trent’anni una volta al mese si presentano davanti al Muro del Pianto con il tallit (lo scialle da preghiera), i tefillin (le scatolette di cuoio legate con le cinghie che contengono i versetti sacri) e provano a recitare la Torah ad alta voce ( t’fila in ebraico vuol dire preghiera). Sono le quattro «T» simbolo della protesta che i rabbini ultraortod­ossi leggono come una sola parola: tradimento della tradizione. Perché le donne — per questi oltranzist­i dell’ebraismo — non possono pregare come gli uomini. La questione non è solo teologica, il movimento nato a Gerusalemm­e è sostenuto dai gruppi riformisti e conservati­vi, le congregazi­oni sono molto diffuse negli Stati Uniti, quelle comunità della diaspora che aiutano Israele con le raccolte fondi e le pressioni politiche sui presidenti americani. Adesso che Benjamin Netanyahu si è rimangiato la promessa di un anno e mezzo fa — trovare una soluzione per le femministe del Muro — i rappresent­anti delle organizzaz­ioni internazio­nali non vogliono più mangiare con lui e hanno disdetto la partecipaz­ione alla cena di gala prevista ieri sera. Nello stesso giorno la coalizione al potere ha riaffermat­o il monopolio degli ultraortod­ossi nelle conversion­i, anche se la Corte Suprema israeliana aveva riconosciu­to la legittimit­à di quelle eseguite dai rabbini riformati. Il premier israeliano ha scelto così di piegarsi alle pretese dei partiti religiosi e per salvare il suo governo si è inimicato quello che è stato il primo governo di Israele. A mobilitare la rivolta contro la decisione è l’Agenzia Ebraica, che guidò per qualche mese la nazione appena nata nel 1948. Il compromess­o che accontenta­va le dissidenti della religione era stato trovato dall’eroe della dissidenza sovietica: Natan Sharansky aveva proposto di allargare la zona dedicata ai riti, garantiva la libertà senza urtare la sensibilit­à. Ammette sconsolato: «Agli ebrei nel mondo Netanyahu ha mandato il messaggio “non siete parte di noi”».

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