Silvio saluta Bill, Prodi a suo agio tra i colleghi della Ue Ma non si parlano
I tre italiani (con Monti) invitati
protagonisti, in modi ancora da definire, della politica del loro Paese.
Le vecchie glorie descritte da Clinton rivestono in Italia un ruolo niente affatto simbolico, e dopo anni di rivalità e scontri si ritrovano a Strasburgo in un’occasione che attribuisce loro ulteriore legittimità politica. Berlusconi e Prodi non hanno l’occasione di parlarsi, Prodi sembra più a suo agio entrando nella sala con largo anticipo per chiacchierare a lungo con Macron, l’altro ex capo del governo italiano Mario Monti e l’ex premier belga Guy Verhofstadt. Prodi è stato presidente della Commissione europea dal 1999 al 2004, e artefice di quell’allargamento a Est che viene ricordato dal suo dall’Europa per uno dei suoi grandi protagonisti. Dopo Jean Moulin e Jacques Delors, anche a Helmut Kohl viene attribuita la qualifica onoraria di «cittadino europeo». Su idea del presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, la cerimonia è stata organizzata a Strasburgo, la città a lungo contesa tra Francia e Germania, per ribadire solennemente la centralità dell’amicizia postbellica franco-tedesca (e rassicurare quanti temono che il Parlamento venga trasferito a Bruxelles). Presente la premier britannica Theresa May, il governo italiano invece è rappresentato dal ministro degli Esteri Angelino Alfano.
Il primo a prendere la parola è il presidente del Parlamento, l’italiano Antonio Tajani, che vede in Kohl «un modello, perché come lui dobbiamo scegliere la speranza e mettere da parte la paura, è proprio questo che
Tre corone di fiori Una coi colori tedeschi, una della Ue. La terza della vedova Maike:
con amore
successore Juncker come il momento in cui vide piangere di commozione Helmut Kohl. Berlusconi viene accolto dal suo ex portavoce Antonio Tajani diventato presidente del Parlamento, ma poi preferisce parlare con leader non europei: Clinton, Medvedev, Netanyahu. Nella stessa sala c’è anche l’attuale leader socialdemocratico tedesco Martin Schulz, con il quale nel lontano 2003 il fondatore di Forza Italia fu protagonista del famoso screzio al termine del quale lo definì «kapò». Un’altra presenza spiacevole per Berlusconi è quella di Nicolas Sarkozy, che sorrise di lui assieme alla cancelliera Merkel durante la celebre conferenza stampa del vertice di Bruxelles del 23 ottobre La bara Avvolta nella bandiera blu della Ue nella cerimonia di Strasburgo (François Lenoir ) Maike e Angela La vedova di Helmut Kohl e la cancelliera: i loro rapporti sono molto freddi (Epa) Il saluto Il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani con la premier britannica Theresa May (Ap / Badias) Berlusconi Silvio Berlusconi parla con l’ex presidente americano Bill Clinton (Seeger / Ansa) Prodi L’ex presidente della Commissione Europea dietro al premier belga e a Emmanuel Macron ci chiedono i nostri cittadini». Juncker ha ringraziato Kohl in tutte le lingue europee non prima di avere menzionato il suo noto interesse per la gastronomia alsaziana, così come farà di lì a poco l’ex presidente americano Bill Clinton, che dopo l’evocazione del formidabile appetito dello scomparso indica la bara dicendo «siamo destinati a finire tutti così, l’unico scopo allora è lasciare un mondo migliore per i nostri figli, come ha fatto il mio amico Helmut».
Più politico Macron: «Il pragmatismo è utile ma non serve a niente senza gli ideali. È a questo che, assieme a Angela Merkel, voglio ridare un senso». Ultima a parlare la cancelliera: «Quando Kohl ha lasciato le sue responsabilità, nel 1998, la Germania era unita e, per la prima volta nella sua storia, in pace con i vicini». 2011. Berlusconi lo definì poi un cretino arrogante e «invidioso perché ho più soldi di lui» nella biografia autorizzata scritta da Alan Friedman. Il protocollo assegna a Berlusconi un posto proprio vicino all’odiato Sarkozy, ma l’imbarazzo è evitato facendo sedere fra loro il premier israeliano Netanyahu e sua moglie Sara. Alla fine, la cancelliera Merkel si avvicina per salutare Berlusconi, che poi va a pranzo con Medvedev. Proprio qui a Strasburgo restano legate le sue chance di tornare in campo in Italia: la Corte europea dei diritti dell’uomo si pronuncerà il 22 novembre sulla possibilità di Berlusconi di potersi candidare di nuovo.