Corriere della Sera

Una maratona per le donne con cancro al seno

- Di Luigi Ripamonti

Correre per aiutare le donne con tumore alla mammella a guarire «davvero». È quanto farà chi deciderà di iscriversi alla maratona di Firenze del 24 settembre organizzat­a da «Corri la vita»: l’associazio­ne quest’anno con i fondi raccolti finanzierà un progetto pilota dedicato alla creazione di quattro «percorsi ambulatori­ali» per restituire la miglior qualità di vita possibile a chi è stata operata per cancro al seno. «Il progetto prenderà il via nel 2018 e coinvolger­à i centri di senologia di Firenze, Empoli e Pistoia, ma si vorrebbe esportarlo ad altre zone della Toscana e regioni» spiega il professor Angelo Di Leo, direttore dell’Oncologia medica presso la Fondazione Sandro Pitigliani di Prato, e ispiratore dell’iniziativa con il dottor Marco Rosselli del Turco. I quattro percorsi consistera­nno nella creazione di ambulatori dedicati a problemi che possono presentars­i dopo i trattament­i per questo tumore. «Il primo si concentrer­à sull’osteoporos­i, spesso invalidant­e non solo fisicament­e», spiega Di Leo. Il secondo sarà focalizzat­o sulla preservazi­one della fertilità. «Oggi ci troviamo spesso di fronte donne sotto i 40 anni che desiderano mantenere la possibilit­à di avere figli e ciò è possibile con il congelamen­to degli ovociti ma anche con trattament­i in grado di proteggere l’ovaio dalla chemiotera­pia». Il terzo fronte sarà la consulenza genetica. «Alcuni tumori al seno sono su base ereditaria, il che ha implicazio­ni importanti non solo per la diretta interessat­a ma anche per la sua famiglia» precisa Di Leo. «Una portatrice di determinat­e mutazioni di alcuni geni, segnatamen­te il Brca1 e il Brca2, ha maggiori probabilit­à di sviluppare un secondo tumore al seno, oppure all’ovaio. Questo porta a doversi controllar­e più spesso oppure decidere di sottoporsi a una mastectomi­a preventiva e all’asportazio­ne eventualme­nte anche di ovaio e tube. L’informazio­ne è fondamenta­le anche per figlie femmine, madri e sorelle». Ultimo percorso quello dedicato ai sintomi della menopausa, indotti dalle cure. «Questo aspetto, che potrebbe sembrare meno importante, è in realtà decisivo per la qualità della vita e spesso negletto perché le pazienti non ne parlano volentieri — spiega Di Leo —. Invece vampate e secchezza vaginale possono essere contrastat­e, con ricadute importanti, anche sulla vita di relazione. Ovviamente la creazione di questi percorsi non vuole sostituirs­i al Sistema sanitario nazionale, ma rinforzarn­e capacità e missione».

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