Ex Sant’Uffizio, il Papa sostituisce Müller che criticò il Sinodo
Lo spagnolo Ladaria al posto del cardinale tedesco. È il primo gesuita prefetto alla Dottrina della Fede
Cambio netto in Curia: Francesco sostituisce il cardinale tedesco Gerhard Müller, prefetto alla Dottrina della Fede, con il vice dello stesso dicastero, l’arcivescovo gesuita spagnolo Luis Ladaria. Sia Müller sia Ladaria erano stati chiamati a quei ruoli da papa Benedetto (l’uno nel 2012, l’altro nel 2008) e costituivano il pedale destro e sinistro di quella macchina: Benedetto privilegiava il destro, Francesco ora sposta il piede sul sinistro.
Si tratta della maggiore novità introdotta nella Curia da papa Bergoglio dopo la sostituzione, nel 2013, del cardinale Bertone con il cardinale Parolin in Segreteria di Stato. Gerhard Müller, ratzingeriano integrale (a lui Benedetto ha affidato la pubblicazione della sua «Opera omnia»), all’arrivo di Francesco ha cercato di collaborare lealmente con il nuovo Papa, ma vi è riuscito solo sui temi sociali e non su quelli propriamente dottrinali.
La vicinanza al Papa sui temi sociali è espressa in un libro di Müller intitolato «Povera per i poveri. La missione della Chiesa» (LEV 2014) per il quale Francesco ha scritto la prefazione. Nell’ottobre del 2015 fu tra i tredici firmatari di una lettera al Papa che protestava per la conduzione troppo liberal del secondo Sinodo sulla famiglia. Ultimamente aveva disapprovato le interpretazioni «aperte» delle indicazioni papali sui divorziati risposati che invece il Papa approvava.
Luis Francisco Ladaria Ferrer, 73 anni, viene dall’isola di Maiorca, nell’arcipelago delle Baleari. Professore di dogmatica alla Gregoriana, vicerettore della stessa, segretario della Commissione teologica internazionale, è il primo gesuita al quale sia stata affidata la guida della Dottrina della Fede. Si considera un moderato: «Non mi piacciono gli estremismi, né quelli progressisti, né quelli tradizionalisti» disse in una rara intervista al mensile Trentagiorni, quando Benedetto lo nominò segretario alla Dottrina.
Ambienti della destra spagnola e curiale lo considerano pericoloso per i suoi studi di «antropologia teologica» e sul «peccato originale» ma lui non si è mai curato di rispondere alle accuse, mostrando in ciò una libertà di spirito tipicamente gesuitica, simile a quella di papa Bergoglio di fronte ai tanti attacchi. «Ciascuno è libero di criticare» disse nell’intervista citata: «Questi pareri non mi preoccupano più di tanto».