La discussione sulla scelta dei medici
Così come il mio cuore stava con Dj Fabo e i suoi familiari, così anche questa volta il mio cuore sta con il piccolo Charlie Gard e i suoi familiari. Mi fa un po’ pena vedere gli ultraortodossi laicisti sbraitare solo quando c’è in ballo la volontà di morire e molto meno quando si tratta della volontà di vivere. Così come mi fa anche tristezza vedere personaggi della Chiesa che in alcune situazioni preferiscono giudicare invece di amare.
Christian Ferdigg
Spero che ieri qualcuno abbia tirato l’abito bianco di Francesco suggerendogli di parlare di eutanasia di Stato durante l’Angelus di oggi.
Roberto Bellia
Chi ha deciso di impedire al piccolo Charlie di sottoporsi a una terapia in corso di studio si è reso conto di avere sottratto alla scienza una rarissima occasione di sperimentazione (solo 16 casi conosciuti, si legge) con costi totalmente a carico della famiglia e di chi l’ha sostenuta? Corrado Corradi
Ma è mai possibile che neanche in una vicenda così delicata e dolorosa come quella di Charlie, Salvini, Grillo e compagnia rinuncino alle loro esternazioni?
Maria Teresa Papa
Da madre penso sia un egoismo enorme dei genitori voler tenere un figlio che soffre e non ha speranze di una vita decente. Io non vorrei vedere le sofferenze di chi amo solo per poterlo vedere ancora.
Maurizia Gemma
Non mi permetto di dire nulla: sono una mamma e bisogna trovarsi in quella situazione prima di dire cosa sia giusto o sbagliato. Cristina Vanzan
Per quanto vorranno perpetuare la sofferenza? È difficile lasciar andare un figlio o un proprio caro, ma in certi casi è l’unica soluzione accettabile. Mirco Bianchi
Accettare la malattia di Charles è già una sofferenza atroce, vedersi impedita la possibilità di curarlo è ancora più insopportabile. Andrea S. Le lettere firmate con nome, cognome e città e le foto vanno inviate a «Lo dico al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579
lettere@corriere.it letterealdocazzullo @corriere.it
Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere» «Lo dico al Corriere» @corriere
Caro Aldo,
i meno giovani ricorderanno la tragedia di Vermicino, dove un bimbo di 6 anni era caduto accidentalmente in un pozzo e tutta la comunità si mobilitò per salvarlo. Era il giugno 1981. Furono 3 giorni di grande sofferenza e di commozione ma Alfredino Rampi non ce la fece. La Rai intervenne con 20 ore di diretta, e lo stesso presidente Pertini andò sul posto, ma ogni tentativo risultò vano. A distanza di tanti anni capiamo quanto sia importante mettere in sicurezza i pozzi e salvare la vita dei bambini finiti per caso in un posto pericoloso.
Caro Claudio,
Alfredino Rampi è un ricordo vivo nella comunità nazionale. Se n’è tornato a parlare per la morte di Nando Broglio, il vigile del fuoco che entrò in contatto con lui e restò a bordo del pozzo sino all’ultimo, mentre i tentativi di salvarlo si moltiplicavano sino a intralciarsi. È vero che molti si mobilitarono, ma accorsero anche 10 mila curiosi, ostacolando i soccorsi. E forse anche la scelta di Pertini, presidente molto amato che l’anno prima aveva giustamente denunciato i ritardi in Irpinia, quella volta non fu tra le sue migliori. La generosità di speleologi, vigili del fuoco, persino artisti circensi e volontari come Sante Licheri, che arrivò ad afferrare Alfredino, non riuscì a sopperire ai ritardi della macchina organizzativa: fu sbagliata la decisione di scavare un pozzo parallelo, acuendo la sofferenza della vittima e provocandone forse lo scivolamento. Fatto sta che quando si congiunsero il pozzo artesiano e quello scavato in fretta e furia si scoprì che il corpo era trenta metri più sotto. Fu uno choc per l’intera Italia, che come spesso accade tirò fuori il peggio e il meglio di se stessa. Franca Rampi, la madre di Alfredino, non si comportò da mamma mediterranea, scarmigliata e urlante, e questo fu fonte di sciocche maldicenze. Ma grazie anche alla sua insistenza fu finalmente realizzato il progetto della Protezione civile, rimasto fino ad allora sulla carta. Il Paese si disse che non poteva più accadere che un bambino venisse lasciato morire. «Nando Broglio fu splendido, senza di lui sarei impazzita dal dolore» ha commentato la signora Franca. Anche qualche lettore ha voluto rievocare la sua figura. Sono molti di più coloro che parlano della storia di Charlie, e che non mi sento di commentare. Ricordare Alfredino è un modo di rendere omaggio anche alla sofferenza sua e della sua famiglia.