Corriere della Sera

La discussion­e sulla scelta dei medici

- Claudio Orlandi claudioorl­andi@libero.it

Così come il mio cuore stava con Dj Fabo e i suoi familiari, così anche questa volta il mio cuore sta con il piccolo Charlie Gard e i suoi familiari. Mi fa un po’ pena vedere gli ultraortod­ossi laicisti sbraitare solo quando c’è in ballo la volontà di morire e molto meno quando si tratta della volontà di vivere. Così come mi fa anche tristezza vedere personaggi della Chiesa che in alcune situazioni preferisco­no giudicare invece di amare.

Christian Ferdigg

Spero che ieri qualcuno abbia tirato l’abito bianco di Francesco suggerendo­gli di parlare di eutanasia di Stato durante l’Angelus di oggi.

Roberto Bellia

Chi ha deciso di impedire al piccolo Charlie di sottoporsi a una terapia in corso di studio si è reso conto di avere sottratto alla scienza una rarissima occasione di sperimenta­zione (solo 16 casi conosciuti, si legge) con costi totalmente a carico della famiglia e di chi l’ha sostenuta? Corrado Corradi

Ma è mai possibile che neanche in una vicenda così delicata e dolorosa come quella di Charlie, Salvini, Grillo e compagnia rinuncino alle loro esternazio­ni?

Maria Teresa Papa

Da madre penso sia un egoismo enorme dei genitori voler tenere un figlio che soffre e non ha speranze di una vita decente. Io non vorrei vedere le sofferenze di chi amo solo per poterlo vedere ancora.

Maurizia Gemma

Non mi permetto di dire nulla: sono una mamma e bisogna trovarsi in quella situazione prima di dire cosa sia giusto o sbagliato. Cristina Vanzan

Per quanto vorranno perpetuare la sofferenza? È difficile lasciar andare un figlio o un proprio caro, ma in certi casi è l’unica soluzione accettabil­e. Mirco Bianchi

Accettare la malattia di Charles è già una sofferenza atroce, vedersi impedita la possibilit­à di curarlo è ancora più insopporta­bile. Andrea S. Le lettere firmate con nome, cognome e città e le foto vanno inviate a «Lo dico al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579

lettere@corriere.it lettereald­ocazzullo @corriere.it

Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere» «Lo dico al Corriere» @corriere

Caro Aldo,

i meno giovani ricorderan­no la tragedia di Vermicino, dove un bimbo di 6 anni era caduto accidental­mente in un pozzo e tutta la comunità si mobilitò per salvarlo. Era il giugno 1981. Furono 3 giorni di grande sofferenza e di commozione ma Alfredino Rampi non ce la fece. La Rai intervenne con 20 ore di diretta, e lo stesso presidente Pertini andò sul posto, ma ogni tentativo risultò vano. A distanza di tanti anni capiamo quanto sia importante mettere in sicurezza i pozzi e salvare la vita dei bambini finiti per caso in un posto pericoloso.

Caro Claudio,

Alfredino Rampi è un ricordo vivo nella comunità nazionale. Se n’è tornato a parlare per la morte di Nando Broglio, il vigile del fuoco che entrò in contatto con lui e restò a bordo del pozzo sino all’ultimo, mentre i tentativi di salvarlo si moltiplica­vano sino a intralciar­si. È vero che molti si mobilitaro­no, ma accorsero anche 10 mila curiosi, ostacoland­o i soccorsi. E forse anche la scelta di Pertini, presidente molto amato che l’anno prima aveva giustament­e denunciato i ritardi in Irpinia, quella volta non fu tra le sue migliori. La generosità di speleologi, vigili del fuoco, persino artisti circensi e volontari come Sante Licheri, che arrivò ad afferrare Alfredino, non riuscì a sopperire ai ritardi della macchina organizzat­iva: fu sbagliata la decisione di scavare un pozzo parallelo, acuendo la sofferenza della vittima e provocando­ne forse lo scivolamen­to. Fatto sta che quando si congiunser­o il pozzo artesiano e quello scavato in fretta e furia si scoprì che il corpo era trenta metri più sotto. Fu uno choc per l’intera Italia, che come spesso accade tirò fuori il peggio e il meglio di se stessa. Franca Rampi, la madre di Alfredino, non si comportò da mamma mediterran­ea, scarmiglia­ta e urlante, e questo fu fonte di sciocche maldicenze. Ma grazie anche alla sua insistenza fu finalmente realizzato il progetto della Protezione civile, rimasto fino ad allora sulla carta. Il Paese si disse che non poteva più accadere che un bambino venisse lasciato morire. «Nando Broglio fu splendido, senza di lui sarei impazzita dal dolore» ha commentato la signora Franca. Anche qualche lettore ha voluto rievocare la sua figura. Sono molti di più coloro che parlano della storia di Charlie, e che non mi sento di commentare. Ricordare Alfredino è un modo di rendere omaggio anche alla sofferenza sua e della sua famiglia.

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