Corriere della Sera

Chi rischia ora L’inchiesta su «L’Economia» il settimanal­e gratuito sulle Venete con il «Corriere» domani in edicola

- Giuditta Marvelli

Le crisi del credito Il credito e le sue crisi: serve un ragionamen­to sulle responsabi­lità di questi anni

Giuseppe Lavazza serve 27 miliardi di tazzine l’anno. Non ha paura dell’arrivo di Starbucks. Anzi. Dice che serve un polo italiano del caffè e che se n’è parlato con Illy. L’Economia, la nuova testata economica in edicola domani con il Corriere della Sera, mette in copertina un’altra storia italiana che accetta tutte le sfide del futuro e presenta un nuovo indice sulla produttivi­tà nel nostro Paese che permette di stilare una classifica delle aziende più virtuose. Le strategie per affrontare la globalizza­zione e la capacità di crescere acquistand­o anche fuori dall’Italia sono un passo fondamenta­le per lo sviluppo delle aziende, come viene confermato dal rapporto di KpmgUniver­sità Bocconi anticipato dal settimanal­e. Purtroppo lo shopping internazio­nale vale solo lo 0,7% del Prodotto interno lordo.

Un’altra strada per la crescita è quella che passa dalla Borsa e che in Italia potrebbe dare delle opportunit­à: lo racconta Iginio Straffi, l’inventore delle Winx (il popolare cartone animato) che volerà in Piazza Affari a breve. Ma anche Pirelli, che due anni dopo il delisting e il cambio di proprietà sotto le insegne di ChemChina, ritorna in Borsa nel prossimo mese di ottobre.

Dalle aziende che ce la fanno alla complessa situazione del credito. In 4 pagine di inchiesta l’epilogo della vicenda delle banche venete che porta con sé diverse riflession­i sulla gestione delle crisi bancarie che si sono succedute negli ultimi anni. Non sono state risolte tutte allo stesso modo ed

è giusto chiedersi se chi le ha provocate verrà chiamato a prendersi le sue responsabi­lità. Ecco chi è e che cosa farà Stefano Barrese, il manager di IntesaSanp­aolo che guiderà l’integrazio­ne delle due banche venete nel gruppo.

Sul fonte internazio­nale si iniziano a valutare i primi passi del nuovo presidente francese Enmanuel Macron: saranno lui ed Angela Merkel a decidere per tutta l’Europa? O c’è spazio per altre leadership? Intanto il finanziere George Soros offre una lettura spregiudic­ata del prossimo futuro: i britannici torneranno indietro dalla Brexit. I costi dell’uscita iniziano a pesare e

l’economia britannica comincia a perdere slancio nel confronto con i paesi Ue. E negli Stati Uniti? Rimandate le riforme e incassata qualche parziale rivincita sul fronte dell’immigrazio­ne, Donald Trump potrebbe trovarsi ad affrontare un’indagine sui finanziame­nti da parte delle grandi banche al partito Repubblica­no. Poi ci sono i ricchi compensi dei

procurator­i del calcio, gli agenti che pilotano e gestiscono i passaggi delle stelle del pallone da un club ad un altro. Raiola, finito al centro dell’attenzione in questi giorni, e non solo. E ancora: Cisco che presenta una nuova tecnologia per connetters­i alla Rete più veloce e in grado di vedere per tempo gli attacchi degli hacker.

Infine i mercati. A sorpresa è Piazza Affari, e in particolar­e le piccole e medie imprese, l’asset più redditizio del semestre. Le aziende del segmento Star hanno guadagnato il 28%. la maglia nera invece è il petrolio, che ha perso il 27%. Nei prossimi sei mesi gli analisti si

aspettano una Wall Street meno pimpante e un’Europa che recupera terreno. Nessuna rivoluzion­e dei tassi ma cambiament­i molto lenti sul fronte dei bond. Infine il mercato dell’arte, che nonostante la Brexit non corre rischi di delocalizz­azione e rimane ben ancorato alle case d’asta londinesi. Christie’s e Sotheby’s dopo un incasso di 473 milioni di sterline con le aste di arte moderna e contempora­nea si preparano al secondo round, quello degli Old Masters. I pittori veneziani, Canaletto e Bellotto sono in cima ai desideri dei grandi collezioni­sti.

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