Corriere della Sera

Il lato «solare» di Sylvia Plath

- Di Serena Danna

Oltre la poesia, a cui aveva dedicato la sua breve vita, la scrittrice americana Sylvia Plath aveva un eclettico spirito d’artista che trovava forma in illustrazi­oni e collage creati fin dall’infanzia. A questo lato, quello «luminoso» della poetessa morta suicida all’età di 30 anni nel 1963, è dedicata la mostra One Life: Sylvia Plath in corso alla National Portrait Gallery di Washington D.C.

L’esibizione — che riunisce opere provenient­i da collezioni private e dagli archivi dello Smith College e della Indiana University — è la prima dedicata a Plath, autrice anche del romanzo autobiogra­fico La campana di vetro (Mondadori), da un’istituzion­e artistica. In mostra fino a maggio ci sono la sua coda di cavallo da bambina, conservata dalla madre, e disegni spiritosi riguardant­i la vita della famiglia Plath: simbolo della sua «natura bizzarra e dello spiccato senso dell’umorismo», ha detto al «Washington Post» la cocuratric­e Dorothy Moss.

A completare il percorso visuale, le foto a colori e in bianco e nero della poetessa sorridente con i figli Frieda Rebecca e Nicholas; con il marito, il poeta inglese Ted Hughes (con cui ebbe una tormentata e ancora oggi molto dibattuta relazione); in bicicletta e sdraiata sulla spiaggia di Cape Cod in versione Marilyn Monroe: «Manipolava la sua immagine fisica — ha spiegato Moss — a seconda di come voleva essere vista dalle persone intorno a lei».

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