Ida Martinelli
Responsabile Unità operativa semplice malattie trombotiche Centro A. Bianchi Bonomi Irccs Policlinico, Milano a trombosi colpisce il doppio dei tumori ed è la prima causa di morte e di grave invalidità nei Paesi industrializzati. Tuttavia, adottando le giuste precauzioni, è possibile prevenirla in gran parte dei casi.
In che cosa consiste la trombosi?
«La trombosi si verifica quando una piccola quantità di sangue coagula all’interno di un vaso sanguigno. Il coagulo o trombo, che si può formare nel circolo venoso o arterioso, può ostruire in parte o del tutto il flusso di sangue, con conseguenze diverse a seconda del vaso interessato — spiega Ida Martinelli, responsabile dell’Unità operativa semplice di malattie trombotiche del Centro A. Bianchi Bonomi, Irccs Policlinico di Milano —. Le malattie trombotiche più gravi sono quelle arteriose, ma anche quelle venose possono avere serie conseguenze. Se, per esempio, l’ostruzione si verifica all’interno di un’arteria coronarica si ha un infarto, se a essere interessata è un’arteria cerebrale si verifica un ictus ischemico. La trombosi venosa può essere pericolosa quando il trombo si forma all’interno di una vena profonda, in genere delle gambe, soprattutto se più prossimale (inguine). In questi casi, c’è infatti la possibilità che una parte del trombo si stacchi e raggiunga il cuore e poi il polmone, provocando l’embolia polmonare, con importanti conseguenze respiratorie, talvolta fatali. Un’altra evenienza, rara ma pericolosa, è la trombosi venosa cerebrale. In circa il 90 per cento dei casi si verifica in donne in età fertile che assumono la pillola anticoncezionale da meno di un anno e sono prime utilizzatrici. In questa tipologia di pazienti, la trombosi venosa cerebrale andrebbe sempre presa in considerazione in presenza di un forte mal di testa persistente e non spiegabile in altro modo, eventualmente accompagnato da vomito o addirittura da crisi epilettiche. Un’angio-Tac può confermare i sospetti».
Chi rischia di più?
«Trombosi arteriosa e venosa hanno fattori di rischio diversi. Le possibilità che si formi un trombo nelle arterie sono maggiori in presenza di ipertensione, colesterolo alto e anomalie della coagulazione. Più a rischio sono inoltre gli obesi, i fumatori, i diabetici e chi ha una vita sedentaria. Il rischio di trombosi venosa aumenta quando il sangue ristagna, soprattutto nelle gambe, come può accadere nel caso di un lungo periodo di immobilizzazione. Altri fattori di rischio sono le vene varicose, la pillola anticoncezionale, la gravidanza, l’obesità nonché i lunghi viaggi aerei o con altri mezzi che costringono a stare fermi a lungo. In molti casi, inoltre, se si indaga a fondo, è possibile individuare anomalie della coagulazione del sangue che predispongono alla trombosi».
Come si può ridurre il rischio che si formino trombi?
«Dopo un evento trombotico si rende necessaria l’assunzione di farmaci che fluidificano il sangue. Possono essere anticoagulanti o antiaggreganti piastrinici, come l’acido acetilsalicilico, il clopidogrel, la ticlopidina e altri. Esistono due tipi principali di anticoagulanti: i dicumarolici, che richiedono un continuo monitoraggio per individuare la dose ottimale del farmaco da somministrare fino al successivo controllo, e i nuovi anticoagulanti (apixaban, rivaroxaban, edoxaban e dabigatran), per i quali non sono necessari stretti controlli. In tutti i casi è importante che il paziente sia seguito in centri in cui si possa contare non solo sull’ematologo o lo specialista di medicina interna, ma anche sul supporto di chirurghi vascolari, neurologi e cardiologi». Livelli elevati di colesterolo e trigliceridi
Fumo Obesità Vita sedentaria Diabete Anomalie della coagulazione Aumentano la fluidità del sangue, prevenzione della trombosi arteriosa, bloccando i fattori che favoriscono la coagulazione, ridurre il rischio di trombosi Immobilizzazione prolungata Anomalie della coagulazione Recenti viaggi aerei o con altri mezzi di lunga distanza
Uso di contraccettivi orali, Gravidanza e allattamento antiaggreganti piastrinici anticoagulanti