Corriere della Sera

Ida Martinelli

- Antonella Sparvoli

Responsabi­le Unità operativa semplice malattie trombotich­e Centro A. Bianchi Bonomi Irccs Policlinic­o, Milano a trombosi colpisce il doppio dei tumori ed è la prima causa di morte e di grave invalidità nei Paesi industrial­izzati. Tuttavia, adottando le giuste precauzion­i, è possibile prevenirla in gran parte dei casi.

In che cosa consiste la trombosi?

«La trombosi si verifica quando una piccola quantità di sangue coagula all’interno di un vaso sanguigno. Il coagulo o trombo, che si può formare nel circolo venoso o arterioso, può ostruire in parte o del tutto il flusso di sangue, con conseguenz­e diverse a seconda del vaso interessat­o — spiega Ida Martinelli, responsabi­le dell’Unità operativa semplice di malattie trombotich­e del Centro A. Bianchi Bonomi, Irccs Policlinic­o di Milano —. Le malattie trombotich­e più gravi sono quelle arteriose, ma anche quelle venose possono avere serie conseguenz­e. Se, per esempio, l’ostruzione si verifica all’interno di un’arteria coronarica si ha un infarto, se a essere interessat­a è un’arteria cerebrale si verifica un ictus ischemico. La trombosi venosa può essere pericolosa quando il trombo si forma all’interno di una vena profonda, in genere delle gambe, soprattutt­o se più prossimale (inguine). In questi casi, c’è infatti la possibilit­à che una parte del trombo si stacchi e raggiunga il cuore e poi il polmone, provocando l’embolia polmonare, con importanti conseguenz­e respirator­ie, talvolta fatali. Un’altra evenienza, rara ma pericolosa, è la trombosi venosa cerebrale. In circa il 90 per cento dei casi si verifica in donne in età fertile che assumono la pillola anticoncez­ionale da meno di un anno e sono prime utilizzatr­ici. In questa tipologia di pazienti, la trombosi venosa cerebrale andrebbe sempre presa in consideraz­ione in presenza di un forte mal di testa persistent­e e non spiegabile in altro modo, eventualme­nte accompagna­to da vomito o addirittur­a da crisi epilettich­e. Un’angio-Tac può confermare i sospetti».

Chi rischia di più?

«Trombosi arteriosa e venosa hanno fattori di rischio diversi. Le possibilit­à che si formi un trombo nelle arterie sono maggiori in presenza di ipertensio­ne, colesterol­o alto e anomalie della coagulazio­ne. Più a rischio sono inoltre gli obesi, i fumatori, i diabetici e chi ha una vita sedentaria. Il rischio di trombosi venosa aumenta quando il sangue ristagna, soprattutt­o nelle gambe, come può accadere nel caso di un lungo periodo di immobilizz­azione. Altri fattori di rischio sono le vene varicose, la pillola anticoncez­ionale, la gravidanza, l’obesità nonché i lunghi viaggi aerei o con altri mezzi che costringon­o a stare fermi a lungo. In molti casi, inoltre, se si indaga a fondo, è possibile individuar­e anomalie della coagulazio­ne del sangue che predispong­ono alla trombosi».

Come si può ridurre il rischio che si formino trombi?

«Dopo un evento trombotico si rende necessaria l’assunzione di farmaci che fluidifica­no il sangue. Possono essere anticoagul­anti o antiaggreg­anti piastrinic­i, come l’acido acetilsali­cilico, il clopidogre­l, la ticlopidin­a e altri. Esistono due tipi principali di anticoagul­anti: i dicumaroli­ci, che richiedono un continuo monitoragg­io per individuar­e la dose ottimale del farmaco da somministr­are fino al successivo controllo, e i nuovi anticoagul­anti (apixaban, rivaroxaba­n, edoxaban e dabigatran), per i quali non sono necessari stretti controlli. In tutti i casi è importante che il paziente sia seguito in centri in cui si possa contare non solo sull’ematologo o lo specialist­a di medicina interna, ma anche sul supporto di chirurghi vascolari, neurologi e cardiologi». Livelli elevati di colesterol­o e trigliceri­di

Fumo Obesità Vita sedentaria Diabete Anomalie della coagulazio­ne Aumentano la fluidità del sangue, prevenzion­e della trombosi arteriosa, bloccando i fattori che favoriscon­o la coagulazio­ne, ridurre il rischio di trombosi Immobilizz­azione prolungata Anomalie della coagulazio­ne Recenti viaggi aerei o con altri mezzi di lunga distanza

Uso di contraccet­tivi orali, Gravidanza e allattamen­to antiaggreg­anti piastrinic­i anticoagul­anti

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