Il dilemma dell’«Arena»: rientra o no nella missione del servizio pubblico?
Aquali criteri s’ispirano le scelte editoriali del servizio pubblico? Reduci dalla presentazione dei nuovi palinsesti per la stagione 2017-18 qualche dubbio resta. Prendiamo il caso più discusso: non quello di Fabio Fazio (promosso a Rai 1, con relativo aumento di impegno e ingaggio) ma quello di Massimo Giletti, ovvero la chiusura de L’Arena, consolidato appuntamento della domenica pomeriggio della prima rete Rai. Ora, non sappiamo se un programma d’infotainment spesso piuttosto rissoso (forte con i deboli e debole con i forti) rientri nella missione del servizio pubblico.
Penso di no, anche se non è il solo. Circa un terzo dei ricavi della Rai, però, derivano dalla vendita degli spazi pubblicitari e Viale Mazzini, nel bene o nel male, conserva la sua centralità anche grazie a quei proventi: c’è il rischio che la soppressione dell’Arena risulti un gesto autolesionistico?
Nel corso della stagione appena conclusa, Giletti raccoglieva, nelle due parti del suo programma, una media di quasi tre milioni e mezzo di spettatori, per una share del 20,5%, con picchi di 6 milioni (il 12 febbraio). Una manna per Rai Pubblicità, che mette a listino oltre 20mila euro per 15 secondi di spot, fatturando qualche milione di euro a stagione. La decisione Rai deve essere stata ampiamente festeggiata dalle parti di Cologno Monzese: il segmento «Attualità» di Barbara D’Urso faticava a superare il 15% di share, ma adesso si apre una prateria. L’Arena raccoglieva in particolare il favore del pubblico femminile (23,5% di share), assommando allo zoccolo duro più anziano (35%) anche spettatori di fasce più centrali (22% fra i 50enni, 13% fra i 40enni), in maniera trasversale rispetto ai livelli di istruzione (18% fra i laureati). Chiamatelo il «dilemma dell’Arena»: per perdere tanti soldi si spera, quanto meno, in un sostituto che incarni al meglio lo spirito del servizio pubblico. (a.g.) In collaborazione con Massimo Scaglioni,
elaborazione Geca Italia su dati Auditel