Corriere della Sera

La Casa Bianca alla Nord Corea: stiamo valutando azioni forti

«Situazione pericolosa, dovremo occuparcen­e». La Cina può mediare, ma si oppone ad altre sanzioni

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina

Il governo nordcorean­o festeggia con i fuochi d’artificio il lancio del primo missile in grado di colpire gli Stati Uniti. La reazione degli americani è oscillante. «Il comportame­nto della Corea del Nord è pessimo, pericoloso e nel futuro dovremo occuparcen­e. Stiamo valutando azioni forti», dice Donald Trump nel corso della conferenza stampa con il presidente Andrzej Duda a Varsavia.

Ma il presidente americano si tiene le mani libere: «Non sto tracciando linee rosse, limiti invalicabi­li. Questo è stato un errore della precedente amministra­zione. Rivolgo un appello a tutti i popoli del mondo perché si oppongano a questa minaccia globale e dimostrino pubblicame­nte che vi saranno delle conseguenz­e». Trump, in realtà, ha in mente soprattutt­o «un popolo», quello cinese. Il programma ufficiale della Casa Bianca non ne fa cenno, ma oggi o forse domani il leader degli Stati Uniti incontrerà Xi Jinping, numero uno di Pechino. Un bilaterale di importanza cruciale. «The Donald» e Jinping si ritrovano in un contesto diverso rispetto al primo contatto a Mar-a-Lago il 7 aprile scorso. Trump aveva investito politicame­nte sull’aiuto della Cina per arginare i piani nucleari di Kim Jung-un. Ma non si è visto alcun risultato. Anzi il governo di Washington è arrivato a imporre sanzioni sulla banca locale di Dandong, accusata di procurare valuta pregiata al regime nord coreano.

La situazione, al momento, è di stallo. La Casa Bianca, il Pentagono e il Dipartimen­to di Stato stanno studiando «varie opzioni». Quali? Il segretario alla Difesa, il generale James Mattis, è decisament­e contrario a un raid preventivo: non azzererebb­e il rischio di un contrattac­co devastante, anche se non nucleare, di Pyongyang nelle città della Corea del Sud e del Giappone. Nel Dipartimen­to di Stato, invece, cresce lo scetticism­o nei confronti delle sanzioni. Quelle contro la Corea del Nord non hanno funzionato; quelle a carico di Pechino sono servite solo a peggiorare le relazioni tra Cina e Stati Uniti. Ecco perché l’unica pista illuminata porta al faccia a faccia con Xi Jinping.

Il presidente cinese, nel frattempo, ha sapienteme­nte lavorato al suo schema diplomatic­o. Ieri ha concordato con il presidente sud coreano Mon Jae-In che è «necessario ristabilir­e il dialogo» con il regime del Nord. All’Onu la Cina è in sintonia con la Russia. Jinping, ora, potrebbe rilanciare con più forza la sua vecchia proposta: stop alle manovre militari americane nella regione e apertura di un negoziato diretto con Kim Jong-un.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy