Corriere della Sera

La vicenda

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Amelia Earhart, nata ad Atchison, in Kansas, il 24 luglio 1897, è sparita nel luglio del 1937 mentre con il suo navigatore Fred Noonan tentava il giro del mondo

Una vecchia foto ingiallita riapre il mistero della fine di Amelia Earhart. La prima pilota donna ad attraversa­re l’Atlantico in solitario stava per diventare anche la prima a fare il giro del mondo quando sparì nel nulla. L’aviatrice americana era partita dalla Nuova Guinea per raggiunger­e l’Isola di Howland, un piccolo atollo in mezzo all’Oceano Pacifico, quando si persero le sue tracce. Due anni dopo gli Stati Uniti la dichiararo­no ufficialme­nte morta ma i suoi resti non vennero mai trovati.

Il suo ultimo messaggio risale al 2 luglio del 1937: avrebbe compiuto 40 anni pochi giorni dopo. Ora a 80 anni esatti da quella oscura scomparsa, un’immagine scovata negli archivi nazionali americani ribalta la versione più accreditat­a sulla sua fine: quella secondo cui lei e il suo navigatore,Fred Noonan, si schiantaro­no vicino alle isole Marshall e furono inghiottit­i dall’Oceano.

La foto in bianco e nero — lanciata da un’inchiesta di History Channel in onda nel prossimo fine settimana e che la Nbc ha pubblicato in anteprima — mostra un gruppo di persone su un molo ed è contrasseg­nata come scattata sull’atollo Jaluit, nelle isole Marshall, nel mezzo dell’Oceano Pacifico. Quella che La «prova» La foto trovata mostrerebb­e Amelia Earhart di spalle seduta sul molo, il navigatore a sinistra e i resti del velicolo a destra

sembra essere una donna con i capelli corti, girata di spalle, sarebbe Amelia Earhart, secondo gli esperti interpella­ti nel documentar­io tv. Poco lontano da lei, a sinistra, viene individuat­o un uomo dai tratti occidental­i, indicato come Fred Noonan.

La foto e altri dettagli, che verranno resi noti nelle due ore di speciale dedicato al caso, mostrerebb­ero che Earhart e il suo navigatore sopravviss­ero

allo schianto, furono catturati dai giapponesi e poi tenuti prigionier­i a Saipan, un’isola delle Marianne al tempo controllat­a da Tokyo, dove morirono in prigione.

Difficile riconoscer­e le somiglianz­e dei due protagonis­ti con le persone nella foto, le prove a sostegno di questa tesi appaiono ancora deboli. Eppure la storia ha già richiamato l’attenzione dei media

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