Corriere della Sera

Il mio memorabile

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Il bacio Gruppo scultoreo di Auguste Rodin Ieri era la giornata mondiale del bacio. Eccone alcuni famosi Clark Gable e Vivien Leigh in «Via col vento»

Bacio tatuato fra Iker Casillas e Sara Carbonera ai Mondiali 2010

Alberto II di Monaco e Charlene nel 2011 Capodanno 2012 a New York: Lady Gaga e Michael Bloomberg Nel 2011, Shakira e Gerard Pique Le ufficiali Marissa Gaeta e Citlalic Snell Nel 2007 il bacio collettivo gay a Roma A Rio 2016 Jason Kenny e Laura Trott La No Tav e l’agente nel 2013 anni Settanta era circondato da immagini di baci. Spuntavano fuori non solo dai film, ma dalle riviste scandalist­iche delle mamme e delle nonne, dalle copertine degli LP, dai fumetti (Eva Kant e Diabolik se ne davano di memorabili, dopo ogni colpo: nella mia antologia personale, restano i preferiti, lei con lo chignon e lui ancora in maschera). Eppure quelle immagini in realtà non mostravano un bel niente. La tremenda verità era che non bastava appoggiare una faccia all’altra, lievemente in diagonale come due piatti nella lavastovig­lie. C’era tutto un ruolo indecifrab­ile della lingua, e qui nessuno poteva accompagna­rti, spiegarti. Paradossal­mente, gli altri misteri dell’educazione sessuale che ogni tanto ci impartivan­o erano molto più semplici, o talmente arditi e inconcepib­ili da risultare confinati in un futuro remoto e rassicuran­te. Si sarebbe visto. Ma intanto, c’era da affrontare, alle feste di compleanno, il famigerato gioco della bottiglia. Era una roulette in cui era più naturale (almeno per i maschi) sperare di perdere che di vincere. Perché proprio non si capiva bene cosa c’era da fare con la benedetta lingua, per non parlare dei denti, della saliva. Quell’impiego romantico dell’apparato masticator­io sarebbe rimasto un mistero fino all’ultimo e poi...

Ho la rara fortuna di vivere nello stesso quartiere dove sono cresciuto, e ancora oggi mi capita di passare a un incrocio di stradine molto anonimo, che è il luogo in cui anche io, alla fine, ho affrontato la prova. Vorrei concludere questo articolo affermando che sono stato bravo, bravissimo. Purtroppo non me la ricordo, tutta questa bravura, il che è già molto sospetto. Ma ci sarà pure una divinità che protegge gli imbranati, quando si lanciano nelle loro imprese. Spero proprio che vegliasse su quell’incrocio, una sera di aprile del 1979.

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