Corriere della Sera

Il cuscino non si porta via, neanche le tazze e le posate Il caso dei cleptomani volanti

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civolano lungo la superficie dell’acqua facendo vibrare il corpo, sbuffando al cielo e ostentando la coda, lucida e nervosa. Poi, di nuovo, scompaiono.

Il sentimento della natura è un agguato teso in mezzo all’oceano Pacifico, a qualche chilometro di distanza dalla spiaggia di Victoria, la più ostinatame­nte britannica tra le isole canadesi, terra di foche e leoni marini. È una curiosa sensazione d’impotenza combattuta a colpi di foto (o filmato), un modo per dire: ecco, ero lì e lei (loro) mi hanno permesso di avvicinarm­i. Ma anche per alzare all’orizzonte simboli universali. Le pinne, un pollice. L’ istinto, l’ intelligen­za.

Comunque vada è lo scoccare di un reciproco sentimento di tolleranza, l’homo turistico e la balena sono due pianeti che ruotano assieme, senza interferir­e l’uno con l’altro. E mentre lei s’immerge, affiora, come una reliquia, il rispetto per ciò che ci circonda. Tenendo presente, ovviamente, che il cosiddetto whale watching praticato nell’area della British Columbia con una fitta rete di agenzie dedicate è una tra le più sofisticat­e operazioni di marketing regionale mai viste. parisce di tutto. Le coperte e i piumoni. I cuscini. Le lenzuola. Gli oggetti da bagno. Le cuffie. I piatti. Le tazze e le tazzine. Le posate. I bicchieri. Migliaia di oggetti che ogni anno vengono portati via dai velivoli — soprattutt­o quelli usati per i viaggi lunghi — per finire nelle case degli italiani e dei francesi, degli spagnoli e dei greci, degli inglesi e dei tedeschi, degli americani e degli australian­i. C’è chi, e stiamo parlando di un nostro connaziona­le, vanta una collezione di cucchiai con

La semplicità della forza. Il potere dell’istinto. Il volume dell’oceano. C’è tutto questo nel cromosoma di Vancouver, l’occidente canadese, la città avversaria degli stereotipi e amica delle balene.

Una metropoli leggera che sembra praticare l’utopia della semplicità fra oceano e montagne. Facili i trasporti. Semplici le comunicazi­oni. Easy anche il tessuto urbanistic­o dentro il perimetro cittadino, villini a due piani raggiunti da un sistema di servizi capillare, funzionale, ragionato.

Non è l’Eden: per la cronaca questa è una delle comunità con il più alto numero dei senzatetto del Paese. The Province, quotidiano locale, racconta il dramma dell’ennesimo smantellam­ento di una tendopoli spuntata ad aprile scorso e tollerata in virtù di una serie di ordinanze, superate, però, dall’ultimo pronunciam­ento di un giudice: la rete di associazio­ni che si occupa della vicenda è al lavoro per trovare nuove (ma inevitabil­mente provvisori­e) soluzioni prima dell’inverno.

L’accampamen­to degli ultimi era su Main il marchio di quasi tutte le compagnie aeree, «anche di quelle che non esistono più».

Da fenomeno tollerato — magari chiedendo una sorta di «via libera» a hostess e steward — da qualche mese è diventato un problema. Sempre più passeggeri di tutto il mondo al momento dello sbarco si allontanan­o portandosi via diversi prodotti che dovrebbero restare a bordo per essere raccolti, puliti e poi di nuovo posizionat­i sui sedili della Prima classe o della Business, della Premium o dell’Economica. «Per noi si tratta Street, una delle vie commercial­i più importanti della downtown cittadina, rete di giovani monumenti (la fotografat­issima statua di Gassy Jack è appena degli anni Settanta) e recenti primati, tipo quello del più integrato villaggio olimpico del mondo, la gigantesca struttura costruita per i giochi invernali del 2010 oggi fruibile come il resto dei villini della middle class canadese. Al nord il quadrante degli affari (Burrard) a sud quello alternativ­o (Yaletown) con lo struscio del fine settimana. Di lato Stanley Park uno dei più grandi parchi del paese, ettari ed ettari di bosco al confine con l’oceano.

Indiani e cinesi hanno creato, fra quelle case, una fra le maggiori comunità del paese. L’ossatura di una comunità multirazzi­ale. Quanto agli italiani è un’altra storia. Perché la nostra immigrazio­ne ha riprodotto all’infinito antiche matrici. Perciò è accaduto che alcune cellule di ‘ndrangheta fra Vancouver e Toronto siano finite nel mirino della recente maxi inchiesta Crimine Infinito, condotta fra Reggio e Milano dal 2003 ad oggi. Esportiamo, purtroppo, anche criminalit­à.

Per il resto Italia uguale cibo, anche qui come ovunque. Sorpresa però: a imperversa­re sono soprattutt­o sapori del nord della penisola. Per intenderci, il pesto alla genovese è più diffuso della globale pummarola (Vancouver in fondo è un enorme, variegato porto di mare come lo è la ligure Genova).

Impazza anche la cioccolata alla nocciola stile gianduiott­o, assai più gettonata di cannoli e A bordo Cuscini, coperte, tazze e posate realizzate da Marimekko (famosa azienda di design) per la compagnia finlandese Finnair Un progetto promosso dall’organizzaz­ione Ocean Alliance ha monitorato le balene da vicino con un drone per documentar­ne i comportame­nti e raccoglier­e materiale biologico anni è l’età che riesce a raggiunger­e una balenotter­a azzurra. Un capodoglio arriva a 70, un’orca vive in media 29 anni

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