Corriere della Sera

Milioni di dollari

- Leonard Berberi lberberi@corriere.it

potete prenderli con voi», viene detto ai passeggeri. «Tutto il resto speriamo sia stato di vostro gradimento, ma vi preghiamo di lasciarlo a bordo quando atterrate».

«Per evitare ogni confusione bisogna chiarire che cuscini e coperte non devono essere portati via», comunica United ai propri assistenti di volo. «Anche se spariscono pochi di questi prodotti alla fine dell’anno questo potrebbe costare milioni di dollari all’azienda». Quindi occhi aperti: al momento del congedo bisogna fermare i viaggiator­i che se ne vanno con materiale della compagnia aerea statuniten­se.

«È vero, succede anche a noi per la collezione di tessuti e arredi per la tavola realizzati in esclusiva da Marimekko (la più importante azienda di moda e design in Finlandia, ndr)», conferma al Corriere della Sera una dirigente di

Finnair. «Un giorno mi trovavo in aeroporto in Asia e ho notato questa coppia che stava dormendo per terra con una coperta della nostra compagnia facilmente identifica­bile: non credo proprio l’avesse comprata dal nostro portale».

La classe — di volo — non fa differenza. Spariscono prodotti sia disponibil­i in Business (più costosi), sia in Economy. E il fenomeno non accenna ad arrestarsi dal momento che negli ultimi tempi c’è la corsa dei vettori a offrire a bordo materiale firmato, particolar­e ed esclusivo. «Del resto mettere a disposizio­ni La «sparizione» di una serie di oggetti costa milioni di dollari alle compagnie aeree coperte e posate uniche fa parte dell’esperienza di volo», sostengono dal quartier generale di Etihad ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti. Anche loro confermano che sì diversi passeggeri se ne vanno via con materiale della compagnia. E non escludono un giorno di mettere in vendita alcuni di questi oggetti dedicando una sezione apposita sul sito ufficiale.

Questo fermerà i viaggiator­i cleptomani? Difficile dirlo. Basta guardare agli alberghi: nel 2003 l’Holiday Inn ricorse al «condono» degli asciugaman­i sottratti, mentre alcuni gestori hanno deciso di mettere dei microchip all’interno. Risultato: gli oggetti continuano a sparire. Forse toccherà anche alle compagnie aeree ricorrere a un’amnistia dei cieli.

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