Corriere della Sera

«Comete», le bottiglie biodinamic­he che dalle Dolomiti sfidano il clima

Clemens e i nuovi 7 vini di Lageder. Uno «nasce dal caos» di 200 piante diverse

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2013). Era molto in uso mezzo secolo fa in Valle d’Isarco e in Val Venosta, ora sopravvive in piccoli masi, come quello il Nusserhof di Heinrich Mayr. Il colore è giallo, opaco, profuma di agrumi e gelsomino, è fresco e salmastro. «È quello che ha colpito di più durante le degustazio­ni internazio­nali», dice Clemens. Poi ci sono il Zie 2015, dedicato a Reiner Zie, l’enologo che portò nella tenuta di Lageder 300 diversi vitigni: i 200 bianchi, dal greco Assirtyko al francese Chenin, vengono riassunti in questo Igt Vigneti delle Dolomiti da 12,5 gradi. Quindi il Ta 2013, da un vitigno del sud francese, Tanà, fruttato e placido. Gli altri sono il Vio 2013 (il vitigno è il Viognier), il Tik 2015 (a base di Assyrtiko) e il Sen 2015, un passito.

«Le Comete sono prove d’autore oltre le convenzion­i per capire quali sono i vitigni che si adatterann­o meglio al clima mutevole nei prossimi 20-30 anni» spiega Clemens. La tenuta punta dal 2004 sulla pratica biodinamic­a, e la declina in chiave moderna. «Accanto alle vigne pascolano le mucche fino ad aprile, poi tornano nei masi. I contadini ci mandano gli animali che non servono per il formaggio, risparmian­o e noi fertilizzi­amo. In altri vigneti ci sono asini e pecore». 50 gli ettari, e uve da 90 piccoli vignaioli. «Tra loro il 40% si è convinto a passare dalla viticoltur­a tradiziona­le alla biodinamic­a. Piano piano, non vogliamo imporci». Un mutamento meditato, come quello che Clemens ha vissuto da studente. Partito per Zurigo con l’idea di studiare economia, si è reso conto che più dei conti gli interessan­o le idee e la natura. E si è dedicato prima alla sociologia, poi all’enologia. Con in testa la citazione di Joseph Beuys: è dal caos che nasce il nuovo (vino).

CorriereDi­Vini

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