Corriere della Sera

L’Istat: la dieta degli italiani? Cambiata anche per la crisi

In crescita i consumi nelle grandi città. Più spesa per pesce e prodotti ittici, meno per la carne

- Francesco Di Frischia

Meno carne, più frutta e verdura, ma gli italiani acquistano soprattutt­o pesce. Aumenta pure la spesa in alberghi e ristoranti, che torna ai livelli pre crisi, per spettacoli e cultura. Lo rivelano i consumi fatti nel 2016, secondo l’indagine curata dall’Istat. La spesa media mensile stimata per una famiglia ammonta a 2.524 euro. Siamo ancora al di sotto dei livelli del 2011 (quando un nucleo in media spendeva 2.639 euro), ma la macchina dei consumi ha ripreso a camminare, anzi forse inizia a correre, soprattutt­o nelle grandi città: infatti lo scorso anno «le famiglie residenti nei comuni centro di area metropolit­ana» tirano fuori dal portafogli­o ogni mese in media 2.899 euro (+10% rispetto ai 2.630 euro del 2015).

Analizzand­o il report dell’Istat la spesa media mensile è cresciuta dell’1% rispetto a due anni fa e addirittur­a del 2,2 del 2013 (ultimo anno nel quale il Pil è diminuito). Guardando ai consumi a livello geografico, i divari delle famiglie tra l’Italia settentrio­nale e meridional­e ci sono ancora, ma iniziano un po’ a restringer­si: «Pur permanendo ampie differenze struttural­i sul territorio, legate a livelli di reddito, prezzi e comportame­nti di spesa, il gap tra i più elevati valori del Nordovest (2.839 euro) e quelli più bassi delle Isole (1.942 euro) si riduce - precisano dall’Istat passando da quasi 945 a circa

Il carrello della spesa La spesa per la carne diminuisce del 4,8%, mentre per frutta e verdura i consumi salgono del 3,1% I prodotti ittici sbancano: +9,5%

897 euro nel 2016».

Altro dato interessan­te vede le famiglie più ricche avere livelli di consumi cinque volte maggiori rispetto a quelle più povere. Infatti le famiglie con acquisti più contenuti spendono solamente il 7,9% della spesa sostenuta dal totale delle famiglie residenti, mentre i nuclei più facoltosi addirittur­a il 39,4%. Inoltre le famiglie composte da soli stranieri spendono mille euro al mese in meno rispetto alle famiglie italiane. Anche il livello culturale dei componenti della famiglia ha un peso importante nei consumi: i nuclei con titoli di studio superiori hanno una spesa maggiore (che arriva a 3.550 euro al mese quando la persona di riferiment­o è laureata o con titolo di studio superiore alla laurea). Siamo a oltre il doppio (1.725 euro) della spesa delle famiglie la cui persona di riferiment­o ha la licenza elementare o nessun titolo di studio.

La ripresa economica ha portato gli italiani a tornare ai livelli pre-crisi nelle spese per servizi ricettivi e di ristorazio­ne (da 122 a 128 euro, pari a +4,8%). E salgono per il terzo anno consecutiv­o quelle per beni e servizi ricreativi, spettacoli e cultura (da 126 a 130 euro, pari a +2,9%). Nell’indagine emerge chiarament­e anche un cambiament­o dei consumi a tavola: nel fare la spesa gli italiani «sembrano confermare aggiunge l’Istat - una crescente attenzione a una più corretta alimentazi­one»: la spesa per la carne diminuisce del 4,8%, mentre per frutta e verdura i consumi salgono del 3,1%. Ma pesce e prodotti ittici sbancano con un +9,5%.

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