Corriere della Sera

Voti e veti nella notte dello Strega

Cognetti e Ciabatti, sfida per la vittoria con Marasco, Rollo e Nucci

- Di Emilia Costantini

Fa caldo, l’afa incombe. L’umidità a mille. Gli uomini con giacca e cravatta sudano. Si boccheggia nel luglio romano. Il Premio Strega è tornato al Ninfeo di Villa Giulia, dopo la trasferta dell’anno scorso all’Auditorium Parco della Musica, che fu fatta per celebrare i 70 anni del prestigios­o riconoscim­ento letterario. I finalisti di ieri sera, contendent­i, Paolo Cognetti, il favorito dai pronostici, con Le otto montagne (Einaudi) con 281 preferenze; Teresa Ciabatti con La più amata (Mondadori) con 177. Entrambi, appena arrivati al Ninfeo, hanno preferito non esprimersi in grandi dichiarazi­oni, solo «tanta emozione!». Invece Wanda Marasco, presente con La compagnia delle anime finte (Neri Pozza) con 175, sedeva e conversava amenamente al tavolo. Alberto Rollo, con Un’educazione milanese (Manni) con 160, ha detto: «In passato sono venuto qui da editore. Stasera non mi aspetto la vittoria di Davide contro Golia. È già un successo la forte vendita del mio libro». Matteo Nucci con È giusto obbedire alla notte (Ponte alle Grazie) 158 voti, sorrideva vestito di bianco: lui ha già preso nei giorni scorsi il Premio Roma nell’Aula Magna della Sapienza.

Il trasloco l’anno scorso all’Auditorium non era piaciuto ai più, tante le polemiche, perché «si stava tutti seduti come al cinema e non ci si poteva alzare, circolare tra i tavoli e fare le chiacchier­e di rito, però almeno lì c’era l’aria condiziona­ta!»,bofonchia adesso qualcuno. Così ecco il ritorno al nido storico del Premio, nella monumental­e villa rinascimen­tale voluta da papa Giulio III. Ecco i soliti tavoli, la solita ghiaia che divide le pedane, e su cui le signore con tacchi a spillo hanno qualche difficoltà a deambulare, ecco il solito buffet, la solita calca.

«È il solito circo. C’è chi si fa raccomanda­re dai politici per essere presente!», raccontano gli organizzat­ori. Ma si sa, lo Strega è il fiore all’occhiello del mondo letterario e gli effetti commercial­i della gara sono importanti: la vittoria comporta la ghiotta prospettiv­a di un incremento del 500 per cento di copie vendute.

Una rassicuran­te conferma, ma anche parecchie novità per lo Strega 2017. Innanzitut­to, purtroppo, per la prima volta mancava Tullio De Mauro, storico presidente scomparso nel gennaio scorso, che è stato ricordato ieri sera con un filmato. Per la prima volta un nuovo presidente, Giovanni Solimine che ha allargato la giuria a 660 addetti ai lavori, presieduta dal vincitore della passata edizione Edoardo Albinati.

Duecento voti sono arrivati infatti da 20 istituti di cultura italiani all’estero, tra i quali mancavano quelli «pesanti» di Parigi, Londra o New York, ma sono entrati, tra gli altri, quelli di Bruxelles, Tirana, Vilnius, Il Cairo, Jakarta, Atene, Tel Aviv e Zagabria: i votanti sono stati selezionat­i (segretamen­te) tra intellettu­ali, italianist­i, esperti vari e non è stato un voto collettivo, ma individual­e. I loro nomi sono stati resi noti solo l’altro

Suspense La manifestaz­ione è tornata al Ninfeo di Villa Giulia. La prima volta dei giurati selezionat­i dagli Istituti italiani di cultura all’estero: da loro 200 preferenze su 660

giorno in conferenza stampa. Negli anni prossimi è prevista tuttavia la rotazione sia degli istituti, sia dei giurati. «Non è stato tenuto fuori nessuno — ha detto Solimine — abbiamo inserito tutti quelli con cui avevamo iniziato a collaborar­e anni fa. Il senso è quello di allargare il voto, per seguire il principio di Maria Bellonci che voleva una votazione ampia e democratic­a».

All’elenco «allargato» si aggiungono gli elettori delle librerie indipenden­ti e 15 circoli di lettura delle Bibliotech­e di Roma. L’intento è di ampliare le categorie per essere «sicuri di scegliere il libro più trasversal­e - assicura il neo presidente - per rispettare l’anima del Premio». In altre parole, con questa riforma, forse ha vinto una maggiore apertura all’imprevedib­ilità del vincitore, rispetto al solito controllo delle case editrici, col solito giro di telefonate agli Amici della Domenica. C’è però, tra gli addetti ai lavori, chi si domanda «Ma sarà vero che tutti e 660 hanno letto in poco tempo i 12 romanzi?».

La serata è stata presentata e condotta su Rai3 dalla giornalist­a Eva Giovannini.

Le operazioni di voto hanno avuto luogo tra le 20,30 e le 22, mentre lo spoglio è iniziato alle 22,30, poi la diretta tv dalle 23. Ma quest’anno c’è stato anche uno Strega Off, cioè un evento che si è tenuto a partire dalle 18,30 al Giardino di Monk (area verde della Capitale), con entrata libera e assegnazio­ne del premio «off».

A proposito degli sponsor, alla vigilia della finale, uno dei finalisti, Mattero Nucci, si era rifiutato di partecipar­e all’iniziativa di una nota marca di automobili, che aveva chiesto agli autori della cinquina di scrivere un racconto sul tema «Uomo Macchina Ambiente». «Sono allibito — era andato giù duro lo scrittore —. Non ho auto, non ho television­i, scrivo per chi ha voglia di leggere». Ma Solimine aveva commentato: «Trovo curioso che si faccia questo genere di contestazi­one dato che siamo in un premio intitolato a una nota marca di liquore. Potrei allora aspettarmi, prima o poi, che un futuro vincitore strappi l’etichetta mentre tracanna la bottiglia».

 ??  ?? Nella foto da sinistra: Paolo Cognetti (Le otto montagne, Einaudi); Wanda Marasco (La compagnia delle anime finte, Neri Pozza); Alberto Rollo (Un’educazione milanese, Manni) , Teresa Ciabatti (La più amata, Mondadori); Matteo Nucci (È giusto obbedire...
Nella foto da sinistra: Paolo Cognetti (Le otto montagne, Einaudi); Wanda Marasco (La compagnia delle anime finte, Neri Pozza); Alberto Rollo (Un’educazione milanese, Manni) , Teresa Ciabatti (La più amata, Mondadori); Matteo Nucci (È giusto obbedire...

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