Corriere della Sera

Relazioni umane e convegni aperti L’impegno dell’Ami

- Di Cesare Rimini

Ci sono certo altre associazio­ni forensi autorevoli e prestigios­e e radicate più a lungo nel tempo, ma la caratteris­tica dell’Ami (Associazio­ne avvocati matrimonia­listi italiani) è connessa agli incontri e ai congressi multidisci­plinari che organizza: aperti alla gente e ai media. Basta leggere i temi dei convegni, delle giornate di studio e dei corsi di aggiorname­nto da cui emerge la grande apertura alle problemati­che sociali che non fanno parte in senso stretto del diritto di famiglia. Ecco i temi: Il disagio minorile: prevenzion­e, diagnosi e cure; Scienze criminolog­iche e nuove tecniche investigat­ive; L’incremento e la qualificaz­ione dell’occupazion­e femminile; Città a misura di bambino; Istituzion­e dello sportello Antimobbin­g – Antistalki­ng – Antibullis­mo – Antipedofi­lia – Antiomofob­ia.

Ecco perché l’Ami ha coinvolto nei suoi lavori non solo avvocati e magistrati, ma anche persone che si occupano dei diritti della persona: psichiatri, mediatori familiari, psicologi pedagogist­i e medici legali per aprire la porta a tutti senza supponenze.

Insomma non si parla solo di violazioni di doveri di mantenimen­to, di maltrattam­ento in famiglia, di abusi sessuali, di sottrazion­e dei minori nazionale ed internazio­nale, ma anche di eutanasia, di suicidio indiretto, di testamento biologico, delle procedure di cambio di sesso... Per il suo compleanno l’Ami ha voltato pagina e ha organizzat­o a Roma una cena con serata canora e danzante. L’Ami ammette che si è ispirata alla grande associazio­ne americana Academy of Matrimonia­l Lawyers, che coinvolge gli associati anche nelle relazioni umane e collaborat­ive e per fare ciò organizza eventi come quello romano. Si vuole creare, al di sopra dei temi che possono essere tristi e angosciant­i, un clima di allegria e di unione sociale per smentire un vecchio presidente degli avvocati francesi, il bâtonnier di Parigi, che definiva «la colleganza un odio vigilante». Insomma, alla fine, non resta che andare a ballare. Gian Ettore Gassani, presidente dell’Ami

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