Corriere della Sera

Quel turismo esperienzi­ale che dà valore a un’alzataccia

Il contatto con i bovini e il «gioco» di fare il formaggio

- Di Caterina Ruggi d’Aragona

«Ma perché mamma e papà non si svegliano? Uffa, sono quasi le 5 e non voglio perdermi niente. Sento i campanacci sempre più vicini. Vorrei scendere ma è tutto buio. Ieri sera il pastore ci ha raccontato cosa faremo e, tra le mille cose, io non vedo l’ora di fare a gara con mio fratello Andrea per chi riuscirà a mungere. Aspetta, sento dei passi… Arrivano, si parte!».

Niente scivoli o montagne russe: Emma, dieci anni, è in trepidante attesa di incontrare mucche, allevatori e malgari. Sveglia all’alba per raggiunger­e assieme alla guida alpina l’alpeggio in quota, in tempo per seguire la mungitura e scoprire i segreti della produzione di una tosèla o di un nostrano. Magari raccoglier­e uova, curare cavalli, andare alla ricerca di erbe spontanee e fiori. E, dopo il lavoro, una colazione genuina: latte, yogurt, formaggi, torte, confetture, uova, salumi e pane casereccio.

È la formula collaudata di «Albe in Malga», iniziativa curata da Trentino Marketing in collaboraz­ione con le tre Strade del Vino e dei Sapori del Trentino, le Apt e i Consorzi turistici, per far vivere la montagna attraverso i riti e i simboli degli alpeggi.

L’oro bianco è protagonis­ta dell’estate trentina. Tutti i venerdì e i sabato fino al 9 settembre appuntamen­to all’alba in molte delle 350 malghe in attività (www.visittrent­ino.info/albeinmalg­a):

L’incontro tra due mondi Quattrocen­to famiglie, 50 mila capi «Tra i visitatori c’è chi chiede se la mucca deve partorire per produrre latte»

si parte la sera prima se le malghe hanno disponibil­ità di alloggio. «Il contatto con gli animali è un dono per i bambini, ma anche per gli adulti che, in una vita sommersa da nozioni, tendono a dimenticar­e come avvengono le cose della natura. Ancora capitano persone che chiedono se la vacca deve partorire per produrre latte», dice Michele Dallapicco­la, assessore della Provincia autonoma di Trento con deleghe all’agricoltur­a, foreste, turismo e promozione, caccia e pesca, convinto sostenitor­e di un turismo esperenzia­le legato a doppio filo alle caratteris­tiche del territorio.

«Il sistema degli alpeggi con 350 malghe in attività, che hanno il loro momento distintivo nella produzione del latte (quello in cui le vacche che si nutrono di erba, completand­o il ciclo alimentazi­one-produzione-consumo, provvedono anche a tenere in ordine i prati) è legato alla natura della nostra regione montana, che non è stata abbandonat­a — sottolinea Dallapicco­la — ma ha tenuto intatta la zootecnia.

In alta e altissima quota abitano da giugno a settembre circa 400 famiglie con un patrimonio bovino di 50 mila capi, oltre alle 30 mila pecore transumant­i, che mantengono ordinato il confine tra il verde chiaro dei prati e il verde scuro dei boschi. Come piace ai turisti».

In primavera la mela, in autunno le viti; d’estate è tempo di latte. La provincia autonoma di Trento ci scommette, in chiave turistica, da dieci anni. E se Albe in malga è un’esperienza ad appannaggi­o di chi affronta l’alzataccia, sicurament­e più ampio è il pubblico di «Latte in festa», cinque eventi che, tra laboratori, degustazio­ni, attività per famiglie, escursioni e spettacoli itineranti, ruotano attorno ai 70 mila quintali di latte prodotti in estate negli alpeggi del Trentino.

Si comincia sabato e domenica a Passo Vezzena; settimana prossima appuntamen­to sul Monte Bondone; il 22 e 23 luglio in Val di Non; 28/30 luglio in Primiero; 16 e 17 settembre in Val di Rabbi. I programmi sono sul sito www.latteinfes­ta.it. Su www.visittrent­ino.info le oltre 85 iniziative estive dedicate all’oro bianco.

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Bambini protagonis­ti Molte le attività per le famiglie

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