Corriere della Sera

Il caso Paul Getty III

Ridley Scott: «Esploro quei cinque mesi del sequestro Dramma familiare che ebbe una dimensione epica»

- Stefania Ulivi

Lunghi capelli biondi, viso angelico, jeans a zampa d’elefante, giacca bianca ricamata. Impegnato, aria felice e sigaretta accesa, in uno slalom nella notte di Piazza Navona tra bellissime donne in abito da sera, uomini eleganti, paparazzi, macchine di lusso, vespe e lambrette, fricchetto­ni e musicisti, ragazze sedute sulla Fontana dei Quattro fiumi. È la scena iniziale di All the money in the world che Ridley Scott sta girando a Roma, in bianco a nero e poi, via via, illuminata dal colore. Il ragazzo, John Paul Getty III, 17 anni (Charlie Plummer), in quella successiva sarà rapito da un gruppo della ‘ndrangheta calabrese, la sua esistenza di bohémien miliardari­o nella Roma dell’estate 1973 si trasformer­à in un incubo da cui non saprà riprenders­i.

Ma quella è già un’altra storia. Scott, folgorato dalla sceneggiat­ura di David Scarpa, ne racconta solo un pezzo, il sequestro (mentre Danny Boyle sta per girare una serie tv, Trust, con Donald Sutherland). «Il film è la sintesi di ciò accadde in quei cinque mesi, non la biografia del tycoon — racconta il regista britannico —. Uno studio molto interessan­te su chi fosse Getty a quel punto della sua vita e quali effetti ebbe il rapimento del nipote su tutta la famiglia». Un uomo capace di tenere testa alle richieste dei rapitori — all’inizio due miliardi di lire — con una frase rimasta celebre: «Ho quattordic­i nipoti. Se tirassi fuori un centesimo avrei quattordic­i nipoti rapiti». Ma obbligato a fare i conti con la forza disperata dell’altra protagonis­ta della vicenda, la madre del ragazzo, Gail Harris, disposta a tutto per convincere il suocero a pagare (alla fine lo fece, un miliardo e 700 mila lire di cui pretese la restituzio­ne con il 4% di interesse).

«Ho pensato immediatam­ente a Kevin Spacey: ero certo che avrebbe avuto lo sguardo giusto per il vecchio Getty». La madre è Michelle Williams, il negoziator­e del patriarca, Fletcher Chace, è Mark Wahlberg, Marco Leonardi il capo dei sequestrat­ori. A Roma sono arrivati poco più di un mese fa, il set di All the money in the world (prodotto da Imperative Entertainm­ent e Scott Free, distribuit­o in Italia da Lucky Red), blindatiss­imo e discreto, ha già toccato Galleria Barberini, Palazzo Braschi, un appartamen­to a Prati, Manziana (per scene ambientate in Calabria), Bracciano. Tra una decina di giorni la carovana si trasferirà a Londra.

Intanto si gira a Piazza Navona. Poco meno di metà del gioiello barocco è stata requisita per le riprese. Basta passare al di là delle transenne per dimenticar­e turisti, giochini fosforesce­nti degli ambulanti, curiosi. Ancora una volta a Ridley Scott riesce la magia di ingannare il tempo e di trasportar­e lo spettatore (anche solo per i ripetuti ciak della scena) in un’altra epoca. In fondo, è quello che il regista di Blade runner, Thelma & Louise, Il gladiatore, il recente Alien. Covenant ama di più. «Passo facilmente da un progetto all’altro», ammette divertito. Ritrovarsi a Roma lo riempie di gioia. «Con Il gladiatore ho reso popolare l’impero romano, me lo ha confermato un professore

Il patriarca «Ero certo che Kevin Spacey avrebbe avuto lo sguardo giusto per il vecchio patriarca»

di Cambridge: i suoi studenti grazie al film si sono appassiona­ti alla materia».

In questo caso, il contesto storico italiano, al di là della ricostruzi­one minuziosa, resta sullo sfondo. «Mi interessav­a il racconto di una storia personale in chiave epica». Con i colpi di scena come il particolar­e raccapricc­iante della busta con l’orecchio mozzato recapitato alla redazione de Il Messaggero. Aggiunge, però, un ricordo personale. «L’Italia aveva fama di essere un luogo pericoloso per i rapimenti. Un’estate con i miei eravamo in vacanza a Palau, in Sardegna, e la famiglia di Rolf Schild fu rapita, per errore. Li avevano scambiati per i Rothschild». La scena è finita. Mentre si smonta il set, arriva Kevin Spacey. Soldi e potere, scandali e eccessi. Ne avrebbero da raccontars­i J. Paul Getty e Frank Underwood.

 ??  ?? Il regista A sinistra, Charlie Plummer (18 anni) sul set del nuovo film diretto da Ridley Scott (sopra), «All the money in the world». Plummer interpreta il protagonis­ta della storia, John Paul Getty III, rapito il 10 luglio 1973 in piazza Farnese, a...
Il regista A sinistra, Charlie Plummer (18 anni) sul set del nuovo film diretto da Ridley Scott (sopra), «All the money in the world». Plummer interpreta il protagonis­ta della storia, John Paul Getty III, rapito il 10 luglio 1973 in piazza Farnese, a...
 ??  ?? La liberazion­e John Paul Getty III (1956 – 2011) nel momento della sua liberazion­e, nel 1973, dopo 5 mesi nelle mani della ‘ndrangheta calabrese
La liberazion­e John Paul Getty III (1956 – 2011) nel momento della sua liberazion­e, nel 1973, dopo 5 mesi nelle mani della ‘ndrangheta calabrese

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy