Vettel-Hamilton, dopo Baku è tregua fra sorrisi e frecciate
Il ferrarista: «Ho chiesto scusa, voltiamo pagina». Marchionne rimuove Sassi, il capo dei motori
DAL NOSTRO INVIATO
Era il giovedì delle sportellate attese, onda lunga della gara infuocata di Baku. A conti fatti sono volate più tra i due della Force India, che dopo lo scontro sulla pista azera hanno continuato a menarsi (con la lingua, stavolta). Sergio Perez: «Esteban Ocon impari a conoscere le corse; spero sia intelligente da cambiare approccio». Risposta: «Assieme al team abbiamo riesaminato l’episodio: la colpa è pari». Tra Sebastian Vettel e Lewis Hamilton non sono invece volati gli stracci e la ormai famosa ruotata del tedesco all’inglese passa definitivamente in archivio dopo che il pilota della Mercedes ha affermato di aver accettato le scuse del rivale. Ma nella diplomatica fase di distensione, tra sorrisi e battute, non sono mancati da parte di Lewis i distinguo e le frecsembra S’è sentito di tutto e di più. Ma le stranezze e le incongruenze, rispetto al cambio di mansioni, sono almeno due: perché farlo nel cuore della stagione e della lotta iridata? Perché, a maggior ragione se si tratta di uno spostamento, non annunciarlo ed evitare speculazioni? Mistero.
Più facile addentrarsi nei meandri del rapporto VettelHamilton, che non minaccia strascichi (Sebastian: «Ho sbagliato e mi sono scusato. Siamo maturi per andare oltre»; Lewis: «Ho ancora grande rispetto per lui come pilota») ma che non è tutto rose e fiori. Con Kevin Magnussen seduto tra i due — qualcuno ha postato il foto-montaggio del pilota della Haas in casacca da arbitro —, Hamilton ha precisato che dopo una telefonata (subito dopo il Gp) ha preteso da parte di Vettel il riconoscimento che non avesse fatto un test di frenata per ostacolarlo.
Sebastian gli ha inviato un messaggio il giorno dopo e questo è stato un passaggio chiave. Ma il rospo in gola rimane: «Mi dispiace ancora che abbia pensato a una mia scorrettezza». Ce n’è pure per la Fia, che ha evitato ulteriori provvedimenti dopo la penalità inflitta in gara (i 10” di stop&go e la decurtazione di tre punti dalla patente). È vero che di questi tempi Todt considera Vettel inadeguato tanto quanto invitare Hannibal the Cannibal a una cena vegana, però a Lewis non basta. Soprattutto in funzione dell’esempio per i giovani: «Si è deciso di non cambiare nulla, il messaggio che mandiamo è inalterato. Con tutto il rispetto, Todt dovrebbe sedersi tra di noi e rispondere a qualche domanda».