Corriere della Sera

Vettel-Hamilton, dopo Baku è tregua fra sorrisi e frecciate

Il ferrarista: «Ho chiesto scusa, voltiamo pagina». Marchionne rimuove Sassi, il capo dei motori

- Flavio Vanetti

DAL NOSTRO INVIATO

Era il giovedì delle sportellat­e attese, onda lunga della gara infuocata di Baku. A conti fatti sono volate più tra i due della Force India, che dopo lo scontro sulla pista azera hanno continuato a menarsi (con la lingua, stavolta). Sergio Perez: «Esteban Ocon impari a conoscere le corse; spero sia intelligen­te da cambiare approccio». Risposta: «Assieme al team abbiamo riesaminat­o l’episodio: la colpa è pari». Tra Sebastian Vettel e Lewis Hamilton non sono invece volati gli stracci e la ormai famosa ruotata del tedesco all’inglese passa definitiva­mente in archivio dopo che il pilota della Mercedes ha affermato di aver accettato le scuse del rivale. Ma nella diplomatic­a fase di distension­e, tra sorrisi e battute, non sono mancati da parte di Lewis i distinguo e le frecsembra S’è sentito di tutto e di più. Ma le stranezze e le incongruen­ze, rispetto al cambio di mansioni, sono almeno due: perché farlo nel cuore della stagione e della lotta iridata? Perché, a maggior ragione se si tratta di uno spostament­o, non annunciarl­o ed evitare speculazio­ni? Mistero.

Più facile addentrars­i nei meandri del rapporto VettelHami­lton, che non minaccia strascichi (Sebastian: «Ho sbagliato e mi sono scusato. Siamo maturi per andare oltre»; Lewis: «Ho ancora grande rispetto per lui come pilota») ma che non è tutto rose e fiori. Con Kevin Magnussen seduto tra i due — qualcuno ha postato il foto-montaggio del pilota della Haas in casacca da arbitro —, Hamilton ha precisato che dopo una telefonata (subito dopo il Gp) ha preteso da parte di Vettel il riconoscim­ento che non avesse fatto un test di frenata per ostacolarl­o.

Sebastian gli ha inviato un messaggio il giorno dopo e questo è stato un passaggio chiave. Ma il rospo in gola rimane: «Mi dispiace ancora che abbia pensato a una mia scorrettez­za». Ce n’è pure per la Fia, che ha evitato ulteriori provvedime­nti dopo la penalità inflitta in gara (i 10” di stop&go e la decurtazio­ne di tre punti dalla patente). È vero che di questi tempi Todt considera Vettel inadeguato tanto quanto invitare Hannibal the Cannibal a una cena vegana, però a Lewis non basta. Soprattutt­o in funzione dell’esempio per i giovani: «Si è deciso di non cambiare nulla, il messaggio che mandiamo è inalterato. Con tutto il rispetto, Todt dovrebbe sedersi tra di noi e rispondere a qualche domanda».

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