«Blob», il mondo dei girotondini e il disfacimento della sinistra
Se volete assistere a un impietoso ritratto della sinistra italiana (non so quanto voluto, ma non importa), non perdetevi la serie estiva di «Blob» targata «Politicarellum» (litigarello, musicarello?). Va in onda tutti i giorni su Rai3 alle 20, ed è possibile rivederla su RaiPlay. Mercoledì, per esempio, c’era una strepitosa puntata dedicata ai girotondini a cura di Gianfranco Fiore, Daniel Franchina, Pino Roggero. Già che fine hanno fatto i girotondini? Eppure in quelle immagini, specialmente attorno a Viale Mazzini, c’erano tutti: D’Alema (sempre con il suo ghigno sarcastico), Bianca Berlinguer, Santoro, Dandini, Mannoia, Augias, Benigni, Rutelli, Veltroni, Bertinotti, Marzullo, Fassino, Fazio… Altri frammenti: si sente la famosa invettiva di Nanni Moretti, quella in cui, a sorpresa, si scaglia contro i vertici della sinistra: «Il problema del centrosinistra è che per vincere bisogna saltare due o tre generazioni». E poi, come una lama che affonda nella carne: «Con questa classe dirigente non vinceremo mai!».
Moretti voleva rottamare i D’Alema e compagnia danzante e, pensando al salto generazionale, non si può non pensare a Renzi. In quelle immagini sono prefigurati, antropologicamente, tutti i vizi storici della sinistra. Quelle immagini parlano di un disfacimento per inconsistenza, è la tv che si fa Storia. E i girotondini che fine hanno fatto? Dove sono finiti, tutti in Rai?
Il mondo dei girotondini — gli impegnati, i balilla e le damazze — che scendeva in piazza per urlare contro il conflitto d’interesse di Berlusconi e proteggere la Costituzione più bella del mondo, non ha nulla da ridire di fronte a un partito che sputa ogni giorno sulla Costituzione, che vuole abolire il vincolo di mandato, che confonde la democrazia con la Casaleggio Associati? Che sia «Blob» a decretare il dissolvimento della sinistra è una delle tante ironie della Storia. In attesa di Pisapia, ovviamente.