Corriere della Sera

«Chi sale su navi di altri Paesi va sbarcato lì»

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Ho il dovere di smentire il segretario del Pd Matteo Renzi: la chiusura dell’Europa rispetto alla condivisio­ne degli sbarchi dei migranti non dipende certo dal regolament­o di Dublino, che resta scellerato, bensì dalla deroga espressa che il governo italiano accettò nella sottoscriz­ione dell’accordo per l’avvio dell’operazione Triton nel 2014». Lo dice, replicando all’ex premier, Laura Ravetto, deputata di Forza Italia e presidente del Comitato Schengen, per la quale «l’Italia ha acconsenti­to che si derogasse a un principio fondante del diritto internazio­nale marittimo: e cioè che se un migrante sale su una nave battente bandiera di uno Stato straniero quello è lo Stato da considerar­si di “primo approdo” del migrante stesso». Secondo la parlamenta­re azzurra «se il governo italiano non avesse accettato questa deroga e oggi si potesse applicare soltanto il regolament­o di Dublino, i migranti soccorsi, ad esempio, da una nave spagnola dovrebbero ritenersi approdati in Spagna come Stato di “primo approdo”». Giorni fa proprio «una nave spagnola si è arrogata il diritto di sbarcare nei porti italiani i migranti soccorsi, scaricando­ne poi la cosiddetta “dublinatur­a” sull’Italia. Cavilli dietro ai quali si nascondono i Paesi europei per sottrarsi alle correspons­abilità nella gestione dei flussi. Ecco perché il governo Gentiloni deve passare dalle parole ai fatti anche con azioni quali la chiusura dei nostri porti alle navi europee se non addirittur­a l’accompagna­mento coatto negli altri porti europei».

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