Corriere della Sera

Il leader riunisce i suoi: apriamo il Pd Il partito farà una «conferenza programmat­ica», Emiliano tende la mano: con te voglio dialogare

- Maria Teresa Meli

Il giorno dopo la direzione pd, Matteo Renzi riunisce la segreteria per fare il punto della situazione e confermare la volontà di indire una Conferenza programmat­ica (richiesta, questa, avanzata anche da Michele Emiliano). Sarà ai primi di dicembre: servirà a presentare le proposte del Pd su lavoro, Fisco e altri temi, quelle, insomma, che il segretario illustrerà in campagna elettorale. Ma sarà anche un modo per ricucire con i «corpi intermedi»: «Dobbiamo aprire il Pd e questo sarà uno dei passaggi, perché è sul programma che si creano le vere alleanze, quelle con la società e con gli italiani». E anche con le cosiddette «rappresent­anze» degli imprendito­ri e dei lavoratori.

Delle altre alleanze, quelle che ancora ieri Andrea Orlando invocava chiedendo di «non rinunciare al dialogo con il centrosini­stra», Renzi non vuol sentir parlare. «Con tutta probabilit­à — spiega ai suoi — si andrà a votare con questa legge elettorale. Vararne un’altra per favorire le coalizioni equivarreb­be a fare un piacere al centrodest­ra. Peggio, servirebbe a buttare Berlusconi nelle braccia dell’estremismo di Salvini».

Perciò Renzi è sicuro di aver «fissato dei paletti ben precisi nella direzione: da ora si lavora per rafforzare il Pd, non Pisapia, perché è con il Pd che ci presentere­mo». Quanto a Franceschi­ni, il segretario del Pd evita il tormentone polemico: «Non credo alle congiure. Però credo che se uno fa un’azione politica ne conosce le conseguenz­e, se uno fa un’intervista come quella di Dario sa quali sono gli effetti. E soprattutt­o sappiamo tutti che quando si parla di coalizioni lo si fa solo per cercare di indebolire la mia leadership, non perché si vuole veramente parlare di alleanze».

Renzi, del resto, è convinto che «andando alle elezioni divisi» i partiti del centrosini­stra «prenderann­o più voti» e che dopo sarà possibile fare un’alleanza di governo persino con gli scissionis­ti e con quei compagni di viaggio centristi con cui adesso i rapporti non sono certo idilliaci.

Renzi, comunque, sa che la «guerra» continuerà: «Dicono che sono io che rompo con tutti,

Gli obiettivi Renzi alla segreteria spiega che c’è anche l’obiettivo di ricucire con i «corpi intermedi» La scelta Il governator­e ai suoi: anche se ci dovesse maltrattar­e, noi siamo e restiamo nel Pd

ma a me sembra che, al contrario, ci sia chi mi ha preso per bersaglio», ha spiegato ai suoi. Dai quali ha appreso l’ultimo tam tam di Montecitor­io: farlo dimettere dopo l’eventuale sconfitta delle Regionali siciliane. Però lui non ci crede: «Non hanno i numeri e non avrebbe senso». Perciò ieri ha deciso di andare avanti come se nulla fosse. All’ordine del giorno della segretaria lo Ius soli: «Era nel nostro programma e vogliamo farlo diventare legge, se il governo mette la fiducia noi lo appoggiamo». Quindi il codice Antimafia. Non andrà avanti così com’è : «Da Cantone a Violante a insigni giuristi lo hanno criticato credo che sia giusto rivederlo alla Camera». È l’unico «No» che Renzi dice a Emiliano, l’avversario interno che vorrebbe che quel codice non venisse toccato ma che ha giurato di dissentire da Renzi «con lealtà». Lealtà ribadita ieri: «Noi con il segretario vogliamo dialogare anche se ci dovesse maltrattar­e. Siamo e restiamo nel Pd».

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