Charlie, i medici: «È giusto tentare una cura»
A Londra arriva il trattamento ideato dal Bambino Gesù. E il caso del neonato torna davanti ai giudici
Torna ai giudici la decisione sul destino di Charlie, nato con una malattia rara gravissima, undici mesi trascorsi in ospedale, schiavo del respiratore. Lunedì l’Alta Corte inglese, sezione minori presieduta da Nicholas Francis, riesaminerà il caso. Potrebbe essere modificata la sentenza con cui lo stesso magistrato aveva autorizzato i medici del Great Ormond Street hospital a sospendere le cure, ritenute inutili dai sanitari. Avrebbero già potuto procedere, spingendo un bottone.
Invece la mobilitazione internazionale messa in piedi dai genitori ha costretto l’amministrazione a ritardare quel momento: «Siamo felici e commossi», riprendono a sperare i coniugi. L’elemento determinante è stato il parere inviato nella notte tra mercoledì e giovedì all’ospedale pediatrico londinese dalla squadra di 9 esperti coordinati dal Bambino Gesù di Roma, proprietà della Santa Sede.
Il documento afferma che «ci sono evidenze di funzionamento», basate su studi in laboratorio (dunque non su prove animali e tantomeno cliniche), di un protocollo sperimentale. La presunta cura, messa a punto negli Stati Uniti, ha dato risultati incoraggianti nei test cellulari come dimostrano lavori pubblicati e in via di pubblicazione. In linguaggio tecnico, le molecole La lettera Inviata dal Bambino Gesù di «deossinucleosid», simili ai mattoni del Dna, sarebbero in grado di raggiungere il cervello e di stimolare il tessuto cerebrale di Charlie, nato con la sindrome da deplezione del Dna. Errore genetico nel cuore delle cellule. I ricercatori conli cludono: «Siamo consapevoli che sia una terapia sperimentale. In teoria dovrebbe essere provata su modelli animali. Tuttavia non c’è tempo sufficiente per svolgere altri studi e giustificare l’impiego su Charlie Gard. Chiediamo che gli venga somministrata». Non ci sarebbe bisogno di trasferire il bimbo, il protocollo è riproducibile ovunque.
Il presunto farmaco è già disponibile? Nel documento non è scritto. C’è un’azienda cinese che lo produce con una formula per bocca. Il rinvio concesso dall’Ormond appare più un atto di rispetto nei confronti di quanti stanno spingendo per una soluzione diversa, rispondendo agli appel- mediatici dei genitori Gant. Dal Papa al presidente Trump, dal Bambino Gesù al Vaticano. «È giusto tentare», scrive il Great Ormond Street Hospital, dopo che «due ospedali internazionali e i loro ricercatori ci hanno comunicato nelle ultime 24 ore di avere nuovi dati a proposito del trattamento sperimentale proposto». Ma poi ribadiscono: «Charlie ha danni cerebrali catastrofici e irreversibili. La nostra visione non è cambiata. Riteniamo opportuno che si esprima la Corte di giustizia. Non è una questione di costi, noi pensiamo prima di tutto a lui».