Il premio a Mentana: «Unisce innovazione e tradizione»
Per il 2016 «È giornalismo» va al direttore del Tg di La7. «Ha lasciato il segno dovunque ha lavorato»
Iman invece, nata in una famiglia somala benestante, mentre studiava in Kenya all’università di Nairobi venne avvicinata dal fotografo Peter Beard, che mandò alcuni scatti all’agenzia Wilhelmina di New York. Decisero subito di metterla sotto contratto e di farla partire per gli Stati Uniti, ma lei era minorenne e avrebbe dovuto chiedere il consenso dei genitori. «Non me lo avrebbero mai concesso, così imbrogliai sulla mia età e dissi di avere 19 anni per ottenere il passaporto. Mio padre scoprì che ero a New York una settimana dopo la mia partenza, quando mi vide su Newsweek, il suo giornale preferito».
La più Cenerentola di tutte è stata Natalia Vodianova, che da ragazzina a Nijni Novgorod in Russia aiutava la madre molto povera e la sorella disabile vendendo frutta e verdura. Il fidanzato di allora la convinse a iscriversi a una non rinomata scuola di moda del Volga, che
«Sa raccontare alla gente, sa entrare in sintonia con il telespettatore. In parole povere sa come fare informazione in tv». Si parla di Enrico Mentana, direttore del Tg La7, vincitore per il 2016 del premio «È giornalismo» fondato da Indro Montanelli, Enzo Biagi, Giorgio Bocca e dall’imprenditore Giancarlo Aneri e giunto alla ventunesima edizione.
La giuria — composta da Giulio Anselmi, Mario Calabresi, Paolo Mieli, Gianni Riotta, Gian Antonio Stella e dallo stesso presidente Aneri — spiega di aver dato il riconoscimento a «un giornalista che ha saputo lasciare un segno in Su Corriere.it Guarda le foto gallery e leggi tutti gli aggiornamenti sul mondo del fashion su tutte le realtà nelle quali ha lavorato».
Mentana, milanese, 62 anni, figlio di Franco che fu celebre firma della Gazzetta dello Sport, è uno dei volti più noti del giornalismo italiano. È stato a lungo identificato con il Tg5, che ha diretto per oltre dodici anni, e di cui condusse la prima edizione serale, il 13 gennaio del 1992. Ma iniziò giovanissimo la carriera in Rai (il servizio che lo fece conoscere al grande pubblico fu quello sulle nozze di Carlo d’Inghilterra con Diana Spencer, nel 1981), fino a diventare vicedirettore del Tg2. Poi il trasferimento in Fininvest, con il Insieme L’imprenditore Giancarlo Aneri, fondatore del premio, con la figlia Stella mandato di varare, insieme a un gruppo di giovani colleghi, il Tg5. E con l’ambizione — consolidata nel tempo — di trasformarsi nell’alternativa al Tg1.
Dopo l’addio al telegiornale, è stato direttore editoriale di Mediaset e ideatore del programma di approfondimento Matrix. Chiusa questa lunga avventura, è approdato a La7 per dare vigore a un Tg che, sotto la sua direzione/conduzione, ha raggiunto in questi ultimi sette anni livelli di ascolti impensabili. «Abbiamo voluto riconoscere la sua grande capacità di unire innovazione e tradizione — ha spiegato il presidente Aneri — nel giornalismo televisivo e al tempo stesso abbiamo ricordato l’importante ruolo della radio: perché Mentana è anche una significativa voce radiofonica, attraverso le sue quotidiane e puntuali analisi su Rds».
L’albo d’oro del premio comprende i nomi di Curzio Maltese, Gianni Riotta, Gian Antonio Stella, Ettore Mo, Claudio Rinaldi, Natalia Aspesi, Francesco Tullio Altan, Antonio Ricci, Bill Emmott, Barbara Spinelli, Francesco Giavazzi, Fabio Fazio, Milena Gabanelli, Attilio Bolzoni, Sergio Romano, Mario Calabresi, Claudio Magris, Hal Varian, Massimo Gramellini e Fiorello. Il riconoscimento sarà consegnato in ottobre a Milano.