Corriere della Sera

Intesa Google-Eneco, energia solare per i server in Olanda

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( fr.bas.) L’intenzione di utilizzare energia provenient­e da fonti rinnovabil­i per i propri uffici e data center sparsi nel mondo Google l’aveva annunciata nel dicembre scorso, anticipand­o che l’obiettivo sarebbe stato centrato nel 2017. Ora un nuovo tassello si aggiunge alla strategia green, che è cominciata nel 2010 con il primo contratto firmato negli Stati Uniti per 114 megawatt provenient­i da un parco eolico dell’Iowa. In Olanda il colosso di Mountain View ha chiuso un accordo con la società Eneco per acquistare tutta l’elettricit­à generata dal più grande parco fotovoltai­co dei Paesi Bassi. I dettagli finanziari dell’operazione non sono stati diffusi, ma i protagonis­ti hanno spiegato che il rifornimen­to di energia è previsto per «molti mesi a venire, forse anche anni». Google userà quell’energia per alimentare il data center di Eemshaven, uno dei quattro che operano in Europa, e che ospita centinaia di server. Aperto nel 2016, gli è costato circa 600 milioni di euro. L’Olanda sta spingendo molto sulle fonti rinnovabil­i, ha investito 12 miliardi di euro nel 2017 per lo sviluppo di campi eolici offshore.

Astaldi e l’uscita dal Terzo Ponte

( fr.bas.) I tempi ormai sono maturi. Il gruppo Astaldi è pronto a vendere la propria partecipaz­ione nel Terzo Ponte sul Bosforo. L’opera italo-turca — la società italiana ha il 33,33% del consorzio Ica con la locale Içtas — collega l’Europa all’Asia ed è stata realizzata per decongesti­onare il traffico che paralizza Istanbul e per creare un corridoio che faciliti i transiti commercial­i con la Grecia. Il ponte, fortemente voluto dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che all’epoca dell’inizio dei lavori nel 2013 era premier, è stato inaugurato nell’agosto di un anno fa e ormai è in funzione. Dopo un iniziale periodo di gestione, che prevede un minimo garantito da parte del governo, ora il gruppo presieduto da Paolo Astaldi ( foto) è entrato nella fase attiva della ricerca di vendita, come previsto dal piano industrial­e, che indica l’uscita dal Terzo Ponte entro la fine del 2018.

Microsoft, 3-4 mila nuovi tagli

(f.ch.) Le prime lettere di licenziame­nto sono già partite. Microsoft taglia ancora. Dopo le indiscrezi­oni circolate nei giorni scorsi, il gigante dell’informatic­a che ha sede a Redmond, nello Stato di Washington, ha confermato che eliminerà «migliaia» di posti di lavoro nel settore vendite, dove a livello globale impiega circa 50 mila degli oltre suoi 121 mila dipendenti. Gli esuberi dovrebbero essere nel complesso dai 3 mila ai 4 mila e tre su quattro (il 75%) saranno fuori dagli Stati Uniti. La riduzione del personale rientra in una riorganizz­azione aziendale che punta a rilanciare il cloud computing, vendendo in abbonament­o una serie di software — ad esempio il classico pacchetto Office — utilizzabi­li dal cliente su qualsiasi dispositiv­o connesso a internet. Si tratta di un modello diverso rispetto alla vendita una tantum della licenza d’uso di programmi installabi­li e utilizzabi­li su un solo computer. L’anno scorso il gruppo guidato da Satya Nadella aveva già tagliato quasi 3mila dipendenti, quando aveva chiuso il comparto mobile.

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