Il cinema in tournée nelle piazze per parlare di genialità
sotto le stelle», il progetto di Generali e Old Cinema, con il supporto del Corriere del Mezzogiorno, che si è inaugurato lo scorso maggio e si concluderà a settembre al Festival di Venezia. Un percorso tra 7 città, da Napoli a Palermo, da Pescara a Cosenza, a Cagliari, Taranto e Matera. Un’idea che riporta il cinema alla sua artigianalità, alla proiezione nelle piazze estive come in Nuovo Cinema Paradiso, con in più l’autore che accompagna la sua opera e la introduce. Senza rinunciare però alla modernità: i film vengono ascoltati singolarmente con una tecnologica cuffia wireless, senza inquinamento Simbolo Una scena di «Nuovo Cinema Paradiso», storia simbolo di Tornatore quando i film erano proiettati nelle piazze acustico per chi, in quella piazza, vuole godersi in altro modo la serata.
Ancora più proiettato nel futuro sarà il momento finale del percorso immaginato dagli organizzatori: un film collettivo che sarà presentato il 4 settembre a Venezia assemblando il materiale girato nelle varie tappe cittadine dalle troupe di Old Cinema o depositato nel sito della manifestazione. Gente comune che racconta e interpreta la genialità propria o altrui. Sulla lontana falsariga dell’esperimento di Salvatores, Italy in a Day.
C’è orgoglio nei protagonisti-testimonial (oggi a Taranto l’incontro-proiezione con Rubini) ma non certo autocelebrazione: sanno bene che il genio nelle vene del cinema italiano correva molto di più prima, nelle opere di grandi maestri, da De Sica a Fellini. Ora è l’industria a guidare, i produttori a imporre anziché sottostare alla scintilla creativa dell’autore. Calopresti crede che sia tutto un ciclo, che quei tempi torneranno: «A un certo punto anche l’industria sarà costretta ad arrendersi alle idee». Rubini propone invece una metafora agricola: «Lì c’è stato un passo indietro nel futuro. Molti giovani sono tornati in campagna ma hanno avuto successo tentando coltivazioni diverse, innovative. Ritroveremo Set di riprese durante gli incontri per un docufilm che verrà presentato a Venezia
il nostro cinema riappropriandoci della nostra storia». Dove c’è da sempre anche un cinema politico, di denuncia. «Ma attenti — avverte Calopresti — ormai con i social denunciano tutti, non serve. Credo piuttosto a un cinema verità, che racconti davvero la vita delle persone».