Corriere della Sera

Fognini fa e disfa e alla fine sorride Murray

A Wimbledon l’azzurro manca l’occasione contro il numero 1 del mondo

- Guido De Carolis Domenico Calcagno

vado via. Vado via io, vanno via i giocatori e i dirigenti: è l’ultima chance per tutti». Componente chiave è il carattere. «I giocatori non la raccontano più a nessuno. Hanno avuto 5-6 tecnici di valore, è colpa anche loro se non si fanno risultati. L’unico verbo dell’Inter deve diventare il non-te-la-dovinta, mai. Il comportame­nto va messo subito a posto».

È questa la sfida dell’Inter, impaziente di avere rinforzi e sfoltire una rosa di buon livello ma piena di pezzi inutili. «Qualcuno è meglio se va altrove, non vogliamo far confusione».

Poteva andare meglio, diciamolo. Andy Murray è il numero 1 del mondo e Wimbledon è il suo giardino, ma Fabio Fognini ci metterà un bel pezzo a cancellare il ricordo (e il rimpianto) dei 5 set point avuti e non sfruttati per portare lo scozzese al quinto set. Un quinto set che poteva rivelarsi letale per Murray, che non sta benissimo, ha problemi all’anca, ma sa soffrire e resistere. Non ha mai mollato, aggrappato al servizio, ha avuto l’umiltà dei grandi e alla fine si è qualificat­o agli ottavi.

È finita 6-2, 4-6, 6-1, 7-5 dopo Azzurro Fabio Fognini, 30 anni, non è mai andato oltre il terzo turno a Wimbledon (Afp) due ore e 40 ed è finita male per l’azzurro, che ha avuto momenti di totale dominio, che ha piazzato colpi splendenti ma anche commesso errori banali (46 non forzati alla fine). Che soprattutt­o non ha avuto la pazienza del suo avversario.

Un passaggio a vuoto nel primo set ha consegnato il parziale a Murray, ma nel secondo Fognini è salito, si è impadronit­o del Centrale e ha visto la grande occasione a portata di mano. Pareggia il conto dei set, perde male il terzo, ma poi torna, accumula punti. Va sul 5-2 nel quarto, sembra fatta. Ma 5 set point non bastano e Murray risale, infila 5 game di fila, ribalta tutto e chiude i conti vincendo il gioco decisivo con 4 terribili botte di servizio.

Insomma, poteva andare meglio, ma ogni volta che Fognini è arrivato al dunque è uscita la solidità di Murray che non voleva saperne di abbandonar­e così presto il suo torneo. E infatti è rimasto dentro, pronto a combattere ancora per difendere il titolo conquistat­o già due volte, nel 2013 e un anno fa. O funziona o vado via il giovane Steven Zhang. Il figlio di Jindong, patron di Suning, è salito a Brunico per passare un pomeriggio con Spalletti. Il tecnico, quando l’ha visto apparire nella sala conferenze, l’ha salutato con uno spontaneo e fragoroso: «Buonasera presidente». Un’uscita non casuale, voluta. Steven sarà presidente a breve, al posto di Thohir. Anche il giovane Zhang avrà più responsabi­lità nella nuova Inter disegnata dal generale Spalletti.

Manca l’impresa Fognini e saluta i prati londinesi anche Camila Giorgi, pure lei con un bel po’ di rimpianti nella valigia: due set (7-5, 7-5) equilibrat­i ma perduti contro la lettone Jelena Ostapenko. Non perdono colpi invece Rafa Nadal (6-1, 6-4, 7-6 al russo Khachanov) e Venus Williams, che con il 7-6, 6-4 alla giapponese Osaka diventa, a 37 anni, la più vecchia a raggiunger­e gli ottavi negli ultimi 23 anni. Prima di lei, Martina Navratilov­a nel 1994. i titoli del Grande Slam conquistat­i dallo scozzese Andy Murray: due volte Wimbledon (2013 e 2016) e uno Us Open (2012)

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