Corriere della Sera

«Fame e forza, mi rivedo in Belotti Il Napoli è bello, ma vince la Juve» «Il Milan si muove bene, mi chiedo se all’Inter non siano in troppi a decidere»

- Carlos Passerini

«Prima però ho due cose da dire».

Avanti, Gianluca Vialli.

«Forza Cremo. Siamo tornati in B, il minimo per la mia Cremona. Bravo Tesser, bravissimo il presidente Arvedi. Ora però non facciamo passare dieci anni per tornare in A».

E una.

«L’altra è su Donnarumma. Sono contento sia finita così. Gli farà bene restare un paio d’anni, fra qualche tempo quando magari sarà al Real o chissà dove si guarderà alle spalle e capirà d’aver fatto la scelta giusta. Bravo Gigio. Raiola forse ha capito che stava tirando troppo la corda».

Ok, allora partiamo dal Milan. Grandi manovre.

«Mi piace molto Fassone, sa muoversi, come dimostra anche la vicenda Donnarumma. Il vero punto di domanda è la distanza fisica della proprietà: un club ha bisogno estremo di una proprietà vicina. Però sta spendendo bene, Conti è un bell’acquisto. Anche se…».

Cosa non va in Conti?

«No, mi piace: ha corsa, qualità. Però i ragazzini dell’Atalanta sono bravissimi finché stanno all’Atalanta».

Parla di Gagliardin­i, vero?

«Sì. Ma l’anno scorso si è spenta tutta l’Inter, non solo lui. Però ora sono ottimista, Spalletti è un gran colpo. La società è ambiziosa, spende, ha tutto per tornare in alto. Il punto di domanda qui è un altro, mi chiedo se non siano in troppi a decidere: Sabatini, Ausilio, Zanetti, Zhang, l’altro Zhang. Meglio una catena di comando snella».

Napoli. Lì c’è un uomo solo al comando. L’anno buono?

«De Laurentiis sa il fatto suo e Sarri è un fenomeno. È la squadra più bella d’Italia. Ma fra bello e vincente c’è un fossato Opinionist­a Gianluca Vialli, 53 anni, ex attaccante

Atalanta Conti al Milan mi piace, spesso però i ragazzi dell’Atalanta sono bravissimi finché stanno all’Atalanta da superare. Servirebbe un grande giocatore di livello internazio­nale per avere appunto più spirito vincente».

Ibrahimovi­c?

«Più giovane, sui 28-30. E non per forza un attaccante».

La Juve pagherà il contraccol­po dei quattro gol presi in finale di Champions?

«No, vincerà di nuovo il campionato. Resta la più forte, la più costante, la più solida, è avanti in tutto. Intelligen­te la politica di svecchiame­nto. Ottima idea Bernardesc­hi».

Esiste il Vialli del 2017?

«Forse Belotti, dice il mio maestro Mondonico. Sì, mi ci rivedo: fame, rabbia, forza».

A Italia ’90 Vicini poteva permetters­i di lasciar fuori Vialli. Quanto è lontano il calcio italiano di oggi?

«Cinque anni fa lontanissi­mo, ora meno. Stiamo tornando, merito di gente come il c.t. Ventura che ha avuto il coraggio di scommetter­e sui ragazzi. Paragone Andrea Belotti, classe 1993, al Torino dal 2015 Nell’ultima stagione ha segnato 26 gol in 35 partite «In lui mi rivedo, ha la mia stessa fame e la mia stessa forza» ha detto Gianluca Vialli Stiamo rinascendo, però serve un passaggio ulteriore: ora serve più selezione, non possono bastare 10 partite buone per la Nazionale».

In una sua intervista alla Gazzetta del 2005 sosteneva che ai ragazzi d’oggi manca l’oratorio, il campetto.

«Noi si cominciava così. Però qualcosa sta cambiando, rivedo nei ragazzini di 12-14 anni un certo gusto della giocata a effetto che pensavo sparita. È un buon segno».

Senta, in panchina non la rivediamo proprio più?

«Non avverto più quell’esigenza Su Sarri È un fenomeno ma al suo Napoli servirebbe un grande giocatore di livello internazio­nale

interiore, ho già dimostrato di saperci stare. Adoro le sfide nuove. Però…».

Che, si licenzia da Sky?

«Macchè! Mi piace da morire fare il commentato­re. Però resto un uomo di campo quindi non escludo di tornare un giorno all’attività… attiva. Magari con un ruolo da direttore generale. Ma a Sky abbiamo iniziato anni fa un percorso che m’intriga e che condivido: raccontare il calcio in maniera educativa, diversa, etica, senza isterismi».

C’entra col fatto che è rimasto a vivere a Londra?

«Amo gli inglesi, la loro way of life, il modo di vivere. Londra è una città aperta dove si cerca di risolvere le cose senza complicarl­e, usando buonsenso, rispetto, legalità. Mi piace la loro onestà intellettu­ale. Poi se ami lo sport è il massimo. Premier, Wimbledon, Sei Nazioni, British Open di golf: io ci sto come un bambino in un negozio di caramelle».

Una volta gli ex calciatori andavano in tivù anche senza sapere un nome.

«Erano ex e tanto bastava. Oggi faresti la figura del fesso, la gente ne sa più di te. Poi i social non ti perdonano».

Lei con i social si diverte. E canta su Youtube.

«Sì! La canzone è Arriva Tony, andate a guardarvi la mia performanc­e, non ve ne pentirete! È una pop dance cartoon per bambini, mi hanno coinvolto degli amici. Si, mi piacciono i social. A proposito, devo dire una cosa a Vieri».

Come a Vieri?

«Sì. L’estate scorsa ci siamo sfidati a duello a colpi di video su Instagram. Approfitto per rilanciare: Bobo, ci stai?».

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