«Così Berlino spiava Atene»
L’inchiesta di due giornalisti di «Vice» spiega che dal 2001 l’intelligence di Berlino seguì centinaia di obiettivi: ministeri, società, ambasciate. Anche quella italiana
Dall’inizio degli anni Duemila, i servizi di intelligence tedeschi avrebbero spiato centinaia di obiettivi in Grecia — di fatto, l’intera infrastruttura politica, amministrativa ed economica del Paese. A rivelarlo è una dettagliata inchiesta effettuata dal servizio ellenico di Vice International. Sotto controllo risultano essere state anche molte ambasciate, tra cui quella d’Italia.
Quando nel 2013 emerse che la National Security Agency americana aveva spiato le comunicazioni di Angel Merkel, la cancelliera tedesca osservò: «Gli amici non possono spiarsi fra loro». A quanto pare, tuttavia, lo fanno. Il Bundesnachrichtendienst (Bnd), il servizio federale di intelligence della Germania, dall’inizio degli anni Duemila avrebbe spiato centinaia di obiettivi in Grecia. Fra di essi, l’agenzia del debito del ministero delle Finanze, il ministero della Difesa, alcune grandi aziende e oltre dieci ambasciate inclusa quella dell’Italia ad Atene.
La ricostruzione emerge da un’inchiesta molto dettagliata, e basata su vari riscontri concordanti, del servizio ellenico di Vice International. Il Bnd, interpellato in proposito, non ha confermato né smentito. In realtà già in aprile scorso una fuga di notizie sul settimanale tedesco Spiegel, con ogni probabilità dall’interno stesso del Bnd, ha mostrato come l’intelligence tedesca svolga ampie attività di ascolto anche in Grecia. Non si tratta certo di un’esclusiva dei servizi tedeschi: come ha dimostrato lo scandalo della Nsa americana durante la presidenza di Barack Obama, anche fra alleati l’intercettazione delle comunicazioni è una pratica corrente. Ciò che colpisce nel caso della Grecia è soprattutto la scala, vastissima, delle operazioni di monitoraggio coperto da parte della Germania. Secondo quanto ricostruito nell’inchiesta di Harry Karanikas e Nikolas Leontopoulos di Vice, erano migliaia le linee telefoniche e gli indirizzi di posta elettronica soggetti a controllo, per centinaia di target. Il monitoraggio peraltro sarebbe cominciato in tempi non sospetti, molto prima dell’inizio della crisi del debito che ha fatto montare le tensioni politiche fra Atene e Berlino. Le intercettazioni sull’agenzia del debito sarebbero partite nel 2001, quando la Grecia entra nell’euro sulla base di conti pubblici che si sarebbero poi rivelati falsi. Quelle sul Parlamento di Atene risalirebbero al 2002, anche se in tutti questi casi si conosce la data d’avvio degli ascolti ma non quella in cui si sarebbero conclusi. Gli ultimi obiettivi sarebbero stati presi di mira nel 2008.
Non è illegale per il diritto tedesco che il servizio di intelligence civile si muova aggressivamente all’estero. Come spiega Konstantin von Notz, un giurista e parlamentare tedesco dei Verdi che segue le questioni di intelligence, all’estero i servizi di Berlino non sono vincolati dai limiti della Legge fondamentale del Paese. Nel caso della Grecia, questa libertà sembra essere stata
sfruttata fino in fondo per finalità che vanno ben oltre la lotta al terrorismo o al traffico di droga.
Fra i numeri di telefono per i quali sarebbe stato attivato l’ascolto, compaiono quelli dell’intera infrastruttura amministrativa ed economica del Paese. C’è Ote, la società telefonica che all’inizio del secolo era di proprietà pubblica ed oggi è controllata da Deutsche Telekom. C’è poi anche Deh, la società di rete dell’energia elettrica. E figurano anche le utenze domestiche di due scienziati dell’industria aerospaziale e aeronautica militare.
Gran parte degli obiettivi che sembrano essere stati presi di mira in Grecia riguardano però le istituzioni politicoamministrative: oltre al ministero delle Finanze, anche quelli dell’Interno, della Difesa e degli Esteri, la Protezione civile, la Commissione per l’energia atomica e il quartier generale dell’Aviazione civile.
Fra le utenze segnalate riguardo all’attività di ascolto del Bnd compaiono anche più di dieci ambasciate di Paesi terzi ad Atene. Oltre a quella dell’Italia, Vice International parla delle rappresentanze degli Stati Uniti, di Israele e della Gran Bretagna. Secondo la ricostruzione di Spiegel sarebbero state spiate anche le ambasciate della Finlandia e dell’Australia. Gli ingredienti di un caso politico ci sono tutti. Ma la reazione del governo greco di Alexis Tsipras è stata emblematicamente tenue: sono passati i tempi della rivolta anti-tedesca, oggi Atene vuole evitare qualunque polemica che rischi di incrinare la speranza che un giorno Berlino alleggerisca il debito greco.
Prima della crisi Il monitoraggio sarebbe cominciato molto prima della crisi del debito