Padoan irritato: deficit, la riforma non si può fare
Il dialogo con Bruxelles in vista della prossima manovra finanziaria e la nuova flessibilità
La «buona notizia» da Bruxelles è giunta al termine di una giornata che per Padoan era iniziata con un leggero malore durante il suo discorso all’assemblea dell’Abi. Un mancamento, dissimulato dietro un sorso d’acqua, che aveva attribuito alle tensioni accumulate nel corso del negoziato, a Bruxelles, sul documento economico italiano.
Un negoziato di per sé faticoso, reso ancor più difficile dalla sortita di Renzi, da quell’idea di congelare per cinque anni il deficit al 2,9% in modo da poter finanziare la crescita. La notizia del progetto aveva fatto scoppiare il pandemonio, non tanto in sala stampa ma già prima, tra i ministri delle Finanze che martedì partecipavano al vertice Ecofin. Ecco qual è stato l’elemento scatenante della reazione di Padoan davanti ai media: l’epiteto non è stato provocato dal pressing dei giornalisti, che per quattro volte gli hanno chiesto conto del leader democratico e della sua idea. Il fatto è che la stessa domanda il titolare di Via XX Settembre se l’era sentita rivolgere a più riprese dai colleghi europei durante la riunione. E alla fine ha fatto bum, sdoganando a Bruxelles quella parolaccia che molti anni fa Dini aveva sdoganato da presidente del Consiglio in Parlamento.
Il fronte europeo
D’altronde l’intercalare di cinque lettere è tipico dei momenti di agitazione, e Padoan ritiene di avere validi motivi per sentirsi stressato, preso com’è tra due fuochi: mentre sul fronte europeo si spende con la Commissione per ottenere un ulteriore spazio di flessibilità sui conti pubblici, garantendo di persona, si vede intestata anche la responsabilità di alcune pagine di un libro che non è suo. E poco gli importa che la fatica letteraria di Renzi sarebbe dovuta uscire in un altro contesto politico, che il timing per la sua pubblicazione era previsto in concomitanza con l’inizio della campagna elettorale: l’orizzonte del voto — così sembra — non è più settembre.
Le urne
Questa giustificazione comunque non gli basta. Anche perché, se davvero le urne si apriranno solo alla scadenza naturale della legislatura, non capisce come mai Renzi abbia preso a contattare i rappresentanti delle istituzioni europee per assicurare la bontà del suo progetto, promettendo di inviare loro — in via riservata — alcuni studi economici che garantirebbero la sostenibilità della proposta. Se già a Bruxelles dell’Italia faticano a fidarsi, era scontato che l’iniziativa avrebbe alimentato i soliti sospetti. Per evitare che la mediazione sui conti venisse compromessa, Padoan si è trovato costretto a rincorrere colleghi e commissari, ai quali infine ha confidato il suo scetticismo sul progetto renziano, inserito nel novero dei periodi ipotetici del terzo tipo: «È un’idea che non si può realizzare».
Il ministro L’esecutivo produrrà una legge di Bilancio in coerenza con quello che è stato fatto, che va nella direzione giusta
È difficile la navigazione tra Scilla e Cariddi, tra l’esigenza del governo di ridurre il debito pubblico e il desiderio di Renzi di aumentare il suo consenso elettorale. Il ministro dell’Economia comprende le necessità della politica, quello che ancora non riesce a metabolizzare sono invece alcune dinamiche politiche, come le polemiche e le fughe in avanti. E ogni volta che accade ci soffre (quasi) quanto una sconfitta della Roma: «Le persone intelligenti non posso dire certe cose». Uno sfogo erga omnes, che va da Brunetta fino a
Renzi. Perciò ha un sapore agrodolce la «buona notizia» giunta da Bruxelles, che poi è buona fino a un certo punto, perché i margini che la Commissione si dice pronta a garantire all’Italia saranno legati al raggiungimento di due obiettivi: il «sostegno alla ripresa», e vabbè, ma soprattutto la «sostenibilità di bilancio».
La manovra
Il fatto è che a un mese dalla scrittura dell’ultima legge di Stabilità prima delle elezioni, Padoan aspetta di capire qual è la linea d’indirizzo, la direttrice su cui lavorare.
Siccome le risorse saranno «comunque limitate», si vorrà puntare sulle imprese? Sulla famiglia? Sui giovani? Non c’è dubbio che l’assenza del leader democratico dal governo ha reso più complicate le giornate del titolare dell’Economia: quando Renzi era presidente del Consiglio, la quotidianità delle relazioni consentiva di superare le tensioni, per quanto ricorrenti. Ogni questione veniva affrontata e risolta nel rapporto diretto, accompagnato da precise regole d’ingaggio: il ministro disegnava il perimetro d’intervento sui numeri e dentro quel perimetro lasciava libertà d’azione al premier.
Il tritacarne
Da quando non è più così, il responsabile di Via XX Settembre è finito nel tritacarne delle polemiche aizzate dal Pd, con il Nazareno che aveva persino inaugurato la stagione della «caccia ai tecnici». Con Renzi a Palazzo Chigi, in Consiglio dei ministri Padoan disegnava scenari di politica economica. Senza Renzi a Palazzo Chigi risponde a monosillabi.
L’ultima volta che Poletti ha provato a chiedergli se un provvedimento dell’Economia avrebbe potuto determinare in futuro dei problemi, si è limitato a dire: «No». Sarà che il Renzi in versione economista non lo convince, sarà che la campagna acquisti della Roma ancora non lo soddisfa, comunque Padoan è preoccupato. E non doveva riferirsi al campionato di calcio, Gentiloni, quando gli ha detto di pazientare: «A settembre cambia tutto».
A settembre
Ecco. Resta da capire se a settembre il governo sarà ancora nella pienezza delle sue funzioni o starà gestendo l’ordinaria amministrazione in attesa delle urne. Perché c’è un nodo politico che trascende dalle disponibilità di Padoan: la finestra per il voto anticipato formalmente è ancora aperta. E il pressing del capo democrat per ottenere la fiducia sullo ius soli — nonostante i mal di pancia anche nel Pd — sta insospettendo il Parlamento: le rinnovate voci del presidente del Senato Grasso candidato alla Regione Siciliana per i Democratici, sono poi un ulteriore indizio. Magari Renzi vuole solo tener fede all’impegno con l’editore sul timing di pubblicazione del suo libro...