Corriere della Sera

Quell’indegna offesa antisemita

- di Pierluigi Battista Martirano

Le battute grevi sulla circoncisi­one degli ebrei, come quelle sul naso adunco degli ebrei, come quelle sul dominio ebraico nelle banche, come quelle sulla presunta tirchieria ebraica, sono un classico del più indecente armamentar­io antisemita: perciò chi ne fa uso è soggiogato dagli stereotipi dell’antisemiti­smo, nella più blanda delle ipotesi. Il deputato Massimo Corsaro non lo sa forse, e non ci sarebbe da stupirsene visto che è palesement­e un ignorante che fa battutacce antisemite, e secondo la sua goffa e ridicola autodifesa non voleva dire una cosa antisemita affermando che Emanuele Fiano ha le sopraccigl­ia lunghe per coprire la sua circoncisi­one. Ma appunto, se avesse voluto insultare un avversario politico con un’allusione triviale non avrebbe usato l’argomento della circoncisi­one. Invece Corsaro voleva sottolinea­re che Fiano ha una particolar­ità, contrasseg­nata dalla circoncisi­one: cioè la particolar­ità di essere ebreo. Corsaro non ha detto pubblicame­nte (non tra gli amici) solo una cosa oscena, ha detto una cosa oscena di stampo, carattere, particolar­ità antisemita. Raffaele Fitto, al cui gruppo Corsaro, ex di An, aderisce, non dovrebbe avere esitazione a buttare fuori un tipetto così. Un antisemita. O comunque uno talmente a digiuno di storia e cultura da non sapere nemmeno cos’è l’antisemiti­smo. E un tipo così siede nel Parlamento repubblica­no. Sarebbe il caso che Massimo Corsaro non facesse più parte di questo Parlamento. Che se ne andasse, in un soprassalt­o di dignità. Poi si può discutere all’infinito sulle proposte di legge di Fiano, meritevoli di ampio dibattito e ragionevol­i obiezioni. Ma la proposta di legge di Fiano non c’entra. C’entra l’insulto all’ebreo Emanuele Fiano. C’entra che con il passato che abbiamo alle spalle uno così in Parlamento non ce lo possiamo permettere. C’entra che nel mondo e in Europa tira una brutta aria sugli ebrei ed è giusto che la sensibilit­à pubblica senta la frase di Corsaro come un’offesa e un oltraggio. C’entra la tristezza che un antisemita così abbia un suo seguito e che stia nel Parlamento. Non resta che sperare nelle sue dimissioni.

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