L’antivirus dell’ex agente russo. Vietato negli Usa
Per anni i software Kaspersky sono entrati in computer sensibili. Il timore di furti di dati
Ora sono preoccupati per le presunte interferenze russe nei computer del partito democratico, ma per anni gli americani hanno continuato a consentire a un’azienda russa fondata e diretta da un ex agente segreto di installare il suo software in migliaia di computer «sensibili». Dopo l’allarme lanciato dal Senato in base al rapporto di sei capi di organismi di sicurezza Usa (dall’Fbi alla Dia, all’Nsa), l’amministrazione Trump ha ora deciso di togliere gli antivirus della Kaspersky Lab dall’elenco dei prodotti acquistabili «in blocco» da agenzie governative. Non si impedisce invece alle singole agenzie di comprare direttamente prodotti Kaspersky. Il Cremlino ha denunciato la decisione come «politicizzata», ma tra gli esperti di sicurezza c’è l’impressione che Trump stia chiudendo la stalla (solo parzialmente) dopo che i buoi sono usciti.
Indagini del Senato hanno rivelato che gli antivirus sono installati in centri nevralgici: dighe, società che forniscono elettricità, acqua. Forse in centrali nucleari. La rete tv Abc ha scoperto che due anni fa l’ambasciata Usa al Cairo aveva comprato antivirus dell’azienda russa per installarli in 150 computer del Dipartimento della Difesa. E un alto funzionario ha detto all’Abc a maggio che i militari Usa non avevano all’epoca nessun divieto per i prodotti Kaspersky. Naturalmente milioni di antivirus sono installati in tutto il mondo, Italia compresa, mentre il direttore dell’Agenzia di Intelligence della Difesa americana Stewart ha detto al Senato che la sua organizzazione evita i prodotti russi. Il timore è che da Mosca possano infiltrarsi attraverso l’antivirus che, normalmente, invia ai server della casa madre basati a Mosca dati sui virus che individua.
Evgenij Kaspersky, diplomato alla scuola del Kgb prima di lavorare per i servizi militari, assicura che i suoi laboratori non passano informazioni a nessuno, «se non in presenza di un ordine di un giudice in una indagine penale».
Ma le cose in Russia non sono così semplici. Diverse norme consentono all’Fsb, successore del Kgb, accesso al traffico Internet, ai server, a tutto. Nei casi in cui è prescritto un ordine della magistratura, questo può rimanere «segreto». Una situazione che ha spinto aziende occidentali a chiudere bottega in Russia: Adobe, Microsoft, Google. Negli Usa gli esperti governativi sospettano che l’Fsb possa assumere da remoto il controllo di delicate installazioni. «E il bello — dicono — è che, per farli entrare, li abbiamo pagati acquistando gli antivirus!».