Corriere della Sera

Talento, silenzi e fughe improvvise La vita tormentata del calciatore-killer

Parma, Solomon confessa l’omicidio di mamma e sorellina. Nel suo passato anche la droga Il fratello: «Se mia madre gli diceva “non fai niente”, lui si arrabbiava». Gli allenatori: era pacifico

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DAL NOSTRO INVIATO

Aveva uno scatto da gazzella, un destro che spaventava i portieri e, nella testa, qualcosa di incomprens­ibile. Qualcosa che lo portava a sparire per giorni prima delle partite, a dormire in stazione con la maglia del Parma, ad avere interminab­ili silenzi durante i ritiri. Qualcosa che martedì pomeriggio è esploso nel modo più terribile.

Solomon Nyantakyi, ventunenne ghanese di Accra da molti anni in Italia, un talento del calcio brillato nelle giovanili del Parma dove è anche arrivato in serie A per poi spegnersi fra i dilettanti, ha preso un coltellacc­io da cucina e ha massacrato la madre Patience, 43 anni, e la sorellina Magdalene, undici.

Un mattatoio

Su Corriere.it Le ultime notizie di cronaca, con commenti, analisi, video, infografic­he su Corriere.it Non so dove sia, non so perché non risponda più al telefono».

Quando gli hanno chiesto del rapporto con la madre, ha sussurrato qualche parola: «Quando lei gli diceva che non faceva niente, lui si arrabbiava». Gli uomini della Mobile diretti da Cosimo Romano hanno trovato un paio di portafogli vuoti. Mentre Solomon tentava una improbabil­e fuga. Dopo aver preso un treno per Milano, registrato dalle telecamere della stazione di Parma, ha trascorso la notte fra i binari della metropoli lombarda. Fino alle nove del mattino, quando una pattuglia mista di agenti della Polfer e uomini dell’Esercito ha notato un giovane «che cercava di nasconders­i con il braccio», racconta il vice capo Francesco Costanzo. Fermato e identifica­to, Solomon non ha opposto alcuna resistenza. Anzi, ha confessato: «Sono stato io».

La droga

Il movente è un groviglio nero come i suoi capelli. Il rapporto con la madre, ma forse anche i

In arresto Solomon Nyantakyi, 21 anni, dopo l’arresto a Milano (sotto). L’ex promessa del Parma ha confessato il duplice omicidio di madre e sorella soldi che mancavano, l’alcol e la droga. «In passato ne ha fatto uso», precisa il Procurator­e. Forse la depression­e. «Ne ha sofferto, ma era pacifico. In un anno l’ho sentito parlare due volte», racconta Cristiano Lucarelli, ex attaccante del Livorno e della nazionale che lo allenò nelle giovanili del Parma per poi chiamarlo in Lega Pro al Cuoiopelli di Santa Croce sull’Arno: «Dopo quindici giorni è scappato dicendo che gli mancava la famiglia. Però mai, mai, mai l’ho visto avere reazioni scomposte o litigare con qualcuno». Anche l’altro Lucarelli, Alessandro, capitano del Parma negli anni in cui Solomon era stato aggregato alla prima squadra in serie A, ha conosciuto le stranezze del giovane ghanese: «Non legava con nessuno: qualcosa di singolare per un giovane africano».

L’ultimo allenatore

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