Il disegno di legge sull’apologia del fascismo
È approdato alla Camera un disegno di legge contro l’apologia del fascismo e del nazismo, suscitando all’interno del Parlamento una serie di reazioni e polemiche. Ritengo che la legge sia fuori tempo massimo.
Nicodemo Settembrini
Con tutti i disastri e i milioni di vittime che ha causato nel mondo, esiste in Italia una legge che condanni l’apologia del comunismo?
Daniele Carozzi
Occorre una forte mobilitazione di tutte le forze politiche antifasciste da opporre a questi squallidi rigurgiti di nazifascismo. Come fa Grillo a parlare di diritto di opinione?
Gianfranco Mancini
Condivido la posizione del Movimento 5 Stelle. Andrebbe eliminata anche l’apologia al fascismo: è una norma superata e liberticida e siamo l’unico Paese ad avere tale reato. Giulio Di Martino
Ogni giorno bisogna spostare il dibattito su problemi creati «ad hoc». La Costituzione prevede già l’apologia di fascismo, basta applicarla.
Joseph Lang Gelb
Non bisogna far credere che il fascismo è passato e che, quindi, i nuovi rigurgiti sono costituzionalmente accettabili.
Gaetano Carnibella
Penso che ognuno di noi sia libero di dire e di pensare quello che vuole. Credo però che non bisognerebbe dimenticare la storia. Venti anni di botte, olio di ricino e gente mandata in esilio se non uccisa, perché non si allineava al regime. E ci dimentichiamo delle leggi razziali? Io non voglio dimenticare.
Ada Concaro
«Grazie» al fascismo mio padre si è fatto due anni in un campo di concentramento. Quando, nel 1945, ritornò pesava 40 chili e camminava con le stampelle. Non volle raccontare mai quello che passò, ma odiò sempre chi faceva riferimento a quel regime. Luciano Tangucci Le lettere firmate con nome, cognome e città e le foto vanno inviate a «Lo dico al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579
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Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere» «Lo dico al Corriere» @corriere
Caro Aldo,
la sera stessa della disfatta del 4 dicembre Renzi annunciò le irrevocabili dimissioni da premier («la poltrona che salta è la mia»). Ebbene, non vi è giorno in cui i tg Rai non inizino i notiziari parlando di Renzi e delle sue esternazioni, accompagnate da riprese miratamente effettuate in cui lo stesso appare in maniche di camicia, come uno di quei leader che parlavano direttamente al popolo (in questo Chavez era un vero maestro). Insomma, pur privo di uno specifico ruolo istituzionale, appare in tv molto più dell’attuale capo del governo. Le pare normale?
Caro Antonio,
In effetti anche a me pare che la strategia di comunicazione di Renzi sia sbagliata. Un leader non fa le rassegne stampa su Internet. Se pubblica un volume, non lo centellina per giorni distribuendo le anticipazioni: è un errore non solo politico ma editoriale, perché il pubblico matura un senso di saturazione, come se avesse già letto il libro. Che andrà bene, ma sarebbe andato meglio se non fosse stato parcellizzato e un po’ bruciato in questo modo. È normale, al di là degli eccessi di zelo, che la tv pubblica segua il segretario del partito di governo; ma al segretario converrebbe parlare solo quando ha una cosa forte da dire, ad esempio la proposta di denunciare il fiscal compact e quindi l’austerity europea. Se invece ne dice troppe, rischia che siano messe tutte sullo stesso piano, le cose importanti e quelle che non lo sono. Più in generale, però, mi pare che nei confronti di Renzi si sia passati troppo rapidamente dall’entusiasmo all’accanimento. D’istinto tendo a preferire i critici della prima ora a quelli dell’ultima.
L’uomo talora va salvato da se stesso. Il suo eccesso di agonismo l’ha portato in questi anni a litigare un po’ con tutti, con gli opportunisti ma anche con i suoi uomini migliori, da Richetti a Delrio. Però insomma non ha perso di colpo tutte le sue qualità. Dopo il 4 dicembre si è dimesso; sarebbe ingeneroso non riconoscerlo. Quella frase che lei cita — «la poltrona che salta è la mia» — a me non è dispiaciuta; del resto i discorsi migliori di Renzi sono sempre stati quelli della sconfitta (come alle primarie 2012). Dopo il 4 dicembre avrebbe fatto molto meglio a sparire; a quest’ora forse l’avrebbero già richiamato. Ho l’impressione che il prossimo giro non sia il suo: troppe divisioni a sinistra, e un forte vento di destra. Ma non credo che Renzi sia finito.