La prudenza di Yellen: tassi su ma poco. E i mercati corrono
La presidente Fed: «L’economia cresce a ritmo moderato. L’aumento del debito Usa è insostenibile»
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
Nei prossimi due anni l’economia americana continuerà a crescere «con un ritmo moderato», il mercato del lavoro si rafforzerà e il tasso di inflazione arriverà all’obiettivo del 2%. Janet Yellen, presenta un quadro più solido, ma certamente molto lontano dalle rombanti prospettive annunciate da Donald Trump. Ieri la presidente della Federal Reserve ha illustrato il «Rapporto semestrale di politica monetaria» davanti alla Commissione Servizi Finanziari della Camera e oggi è attesa al Senato. Yellen, rispondendo ai
a un ulteriore incremento del margine operativo e della generazione di cassa.
Un «endorsment» che arriva in un momento particolarmente delicato per Cattaneo, che ha perso la sintonia con l’azionista di controllo di Tim, Vivendi. Da venerdì scorso si susseguono le voci di un’imminente uscita del manager dall’azienda ed è circolato anche un nome, quello dell’israeliano Amos Genish, attuale chief convergence officer di Vivendi, come successore.
Cosa ci sia di vero non è dato sapere. La Consob ha acceso un faro dopo il susseguirsi di voci e non è escluso che nei prossimi giorni convochi sia Cattaneo sia il presidente di Tim e ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine per capire cosa stia accadendo. Di certo al vertice di Tim c’è tensione e il pressing dei francesi si sta facendo sentire. Cattaneo dalla sua ha un contratto blindato parlamentari, non ha mai citato Trump. Ma ha mandato qualche chiaro segnale anche alla Casa Bianca.
Nel primo semestre la Fed ha aumentato due volte il tasso di interesse, portandolo all’11,25%. Un altro leggero rialzo, sempre dello 0,25%, è già programmato per l’autunno. Nelle prossime settimane, ha annunciato Yellen, la Banca centrale comincerà lo smaltimento dei 4.500 miliardi di dollari in titoli acquistati per immettere liquidità nel sistema: «Avremo un portafoglio composto soprattutto da titoli di Stato».
Ma si procederà con cautela. che renderebbe estremamente onerosa una risoluzione unilaterale del rapporto. A Tim costerebbe oltre 40 milioni, a meno che il manager non dia le dimissioni. Ma non più tardi di lunedì l’amministratore delegato ha ricordato di avere un contratto che scade nel 2020 e che intende onorarlo «fino all’ultimo giorno», fissando un principio anche nell’ambito di una possibile trattativa per il suo addio. A breve il manager La stretta sarà blanda, tanto che la presidente della Fed ha osservato che, nella sostanza, «la politica monetaria resta accomodante». Le Borse mondiali hanno subito risposto a questa promessa con un balzo. Wall Street è tornata a livelli record; Piazza Affari, tra le migliori, ha chiuso con +1,5%. Il dollaro si è rafforzato rispetto alle principali valute.
La numero uno della Federal Reserve guarda con tranquillità alla dinamica dei dati fondamentali: «Da gennaio i posti di lavoro sono cresciuti con una media di 180 mila al mese e il tasso di disoccupazione è sceso di un quarto di punto, fino ad arrivare al 4,4% in giugno». L’inflazione viaggia sull’1,4%, verso l’obiettivo fissato al 2%.
Ma il punto centrale resta la crescita, per il momento inchiodata Al Congresso Janet Yellen presidente della Fed è intervenuta ieri al Congresso su un modesto 11,25%. Yellen prevede «un rimbalzo» nel secondo trimestre e un consolidamento in prospettiva. A Trump non basta: vuole almeno il più 3% di Pil. A settembre arriveranno le proposte sul taglio delle tasse e, pare, il piano per le infrastrutture. Tutto finanziato a debito, almeno nel breve periodo. Yellen ha usato parole affilate: «La tendenza al rialzo del debito porterà a una situazione insostenibile». Ma il suo mandato scade il 3 febbraio 2018: non è chiaro se Trump la confermerà.