Corriere della Sera

La prudenza di Yellen: tassi su ma poco. E i mercati corrono

La presidente Fed: «L’economia cresce a ritmo moderato. L’aumento del debito Usa è insostenib­ile»

- Giuseppe Sarcina

DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

Nei prossimi due anni l’economia americana continuerà a crescere «con un ritmo moderato», il mercato del lavoro si rafforzerà e il tasso di inflazione arriverà all’obiettivo del 2%. Janet Yellen, presenta un quadro più solido, ma certamente molto lontano dalle rombanti prospettiv­e annunciate da Donald Trump. Ieri la presidente della Federal Reserve ha illustrato il «Rapporto semestrale di politica monetaria» davanti alla Commission­e Servizi Finanziari della Camera e oggi è attesa al Senato. Yellen, rispondend­o ai

a un ulteriore incremento del margine operativo e della generazion­e di cassa.

Un «endorsment» che arriva in un momento particolar­mente delicato per Cattaneo, che ha perso la sintonia con l’azionista di controllo di Tim, Vivendi. Da venerdì scorso si susseguono le voci di un’imminente uscita del manager dall’azienda ed è circolato anche un nome, quello dell’israeliano Amos Genish, attuale chief convergenc­e officer di Vivendi, come successore.

Cosa ci sia di vero non è dato sapere. La Consob ha acceso un faro dopo il susseguirs­i di voci e non è escluso che nei prossimi giorni convochi sia Cattaneo sia il presidente di Tim e ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontain­e per capire cosa stia accadendo. Di certo al vertice di Tim c’è tensione e il pressing dei francesi si sta facendo sentire. Cattaneo dalla sua ha un contratto blindato parlamenta­ri, non ha mai citato Trump. Ma ha mandato qualche chiaro segnale anche alla Casa Bianca.

Nel primo semestre la Fed ha aumentato due volte il tasso di interesse, portandolo all’11,25%. Un altro leggero rialzo, sempre dello 0,25%, è già programmat­o per l’autunno. Nelle prossime settimane, ha annunciato Yellen, la Banca centrale comincerà lo smaltiment­o dei 4.500 miliardi di dollari in titoli acquistati per immettere liquidità nel sistema: «Avremo un portafogli­o composto soprattutt­o da titoli di Stato».

Ma si procederà con cautela. che renderebbe estremamen­te onerosa una risoluzion­e unilateral­e del rapporto. A Tim costerebbe oltre 40 milioni, a meno che il manager non dia le dimissioni. Ma non più tardi di lunedì l’amministra­tore delegato ha ricordato di avere un contratto che scade nel 2020 e che intende onorarlo «fino all’ultimo giorno», fissando un principio anche nell’ambito di una possibile trattativa per il suo addio. A breve il manager La stretta sarà blanda, tanto che la presidente della Fed ha osservato che, nella sostanza, «la politica monetaria resta accomodant­e». Le Borse mondiali hanno subito risposto a questa promessa con un balzo. Wall Street è tornata a livelli record; Piazza Affari, tra le migliori, ha chiuso con +1,5%. Il dollaro si è rafforzato rispetto alle principali valute.

La numero uno della Federal Reserve guarda con tranquilli­tà alla dinamica dei dati fondamenta­li: «Da gennaio i posti di lavoro sono cresciuti con una media di 180 mila al mese e il tasso di disoccupaz­ione è sceso di un quarto di punto, fino ad arrivare al 4,4% in giugno». L’inflazione viaggia sull’1,4%, verso l’obiettivo fissato al 2%.

Ma il punto centrale resta la crescita, per il momento inchiodata Al Congresso Janet Yellen presidente della Fed è intervenut­a ieri al Congresso su un modesto 11,25%. Yellen prevede «un rimbalzo» nel secondo trimestre e un consolidam­ento in prospettiv­a. A Trump non basta: vuole almeno il più 3% di Pil. A settembre arriverann­o le proposte sul taglio delle tasse e, pare, il piano per le infrastrut­ture. Tutto finanziato a debito, almeno nel breve periodo. Yellen ha usato parole affilate: «La tendenza al rialzo del debito porterà a una situazione insostenib­ile». Ma il suo mandato scade il 3 febbraio 2018: non è chiaro se Trump la confermerà.

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