Corriere della Sera

GUIDO LIGUORI CAPITANO CORAGGIOSO

- Di Nuccio Ordine

Con Guido Liguori — direttore editoriale e amministra­tore dell’omonima casa editrice napoletana — scompare un importante protagonis­ta della storia dell’editoria meridional­e e italiana. Aveva 66 anni e se n’è andato, prematuram­ente, sabato scorso, lottando in silenzio contro una malattia che lo aveva logorato. I funerali hanno avuto luogo lunedì a Napoli, in forma privata, nella Chiesa di San Luigi Gonzaga. E la notizia è stata diffusa subito dopo dal cugino Franco Liguori con una mail, molto discreta, indirizzat­a agli amici, agli autori e ai collaborat­ori della casa editrice.

Ma Guido (nella foto), negli ultimi tempi, non aveva combattuto solo contro il male che lo stava divorando. Ha dovuto anche impegnarsi in un dura battaglia contro la crisi che attanaglia­va la sua casa editrice: passare da centoventi libri stampati all’anno a soli venticinqu­e significav­a concentrar­e, giorno per giorno, le proprie energie per far fronte alle più diverse emergenze.

Nato in una famiglia di editori e librai, infatti, aveva iniziato giovanissi­mo a curare un catalogo che aveva raggiunto quasi cinquemila titoli. Nel giro di qualche decennio la casa editrice era riuscita a pubblicare lavori di prestigios­i autori italiani (Alberto Varvaro, Giancarlo Mazzacurat­i, Giulio Ferroni, Romano Luperini, Roberto Esposito, Franco Ferrarotti) e stranieri (Jacques Heers, Paul de Man, Ioan M. Lewis, Fredric Jameson, George Steiner), specializz­andosi soprattutt­o nella saggistica letteraria, filosofica, antropolog­ica e sociologic­a. Lo avevo conosciuto personalme­nte nel 1985 quando gli proposi, grazie alla mediazione di Giancarlo Mazzacurat­i, il mio primo libro dedicato al simbolo dell’asino nelle opere di Giordano Bruno e nella cultura del Rinascimen­to. Mi accolse con gentilezza e umanità. Qualità che poi ho sempre ritrovato intatte negli incontri successivi.

Adesso il futuro della casa editrice resta nelle mani dei suoi due cugini che da anni lavoravano con lui: Franco e Maria Liguori. «Guido ci ha lasciato un’eredità molto importante — ci ha detto la signora Maria — e noi, nonostante il dolore e lo smarriment­o, siamo già al lavoro per cercare di non farla disperdere. Si tratta di un patrimonio culturale importanti­ssimo che è costato decenni di lavoro a diverse generazion­i».

La cerimonia si terrà a Palazzo Reale, dove saranno in mostra, dal 24 ottobre al 1° novembre, le opere dell’edizione 2017 e le vincitrici delle precedenti

Sopra: Paolo Bini, vincitore nel 2016

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